E’ un momento magico per Pilar Carmona, ballerina e insegnante di Flamenco che da molti anni, con la sua Fundaciòn Flamenca, si impegna per diffondere anche in Italia questa danza spagnola, la sua più grande passione. L’inserimento a Danza in Fiera del primo concorso di Sevillanas segna una tappa importante nell’attività della danzatrice di Cordoba, che vive a Firenze da 18 anni. E sempre da quest’anno Pilar è organizzatrice di tutto ciò che riguarda il Flamenco all’interno della manifestazione fiorentina
di Livia Rocco
Grandissimo entusiasmo per la prima gara di Flamenco a Danza in Fiera, il 28 febbraio scorso. Tra bellissimi abiti e musiche travolgenti, gruppi e coppie di diversi livelli si sono sfidati sul prestigioso palco del padiglione La Ronda. E’ incontenibile la gioia di Pilar Carmona, nella giuria del concorso insieme a Amador Rojas e a La Tate. A fine gara Pilar si è anche esibita in alcuni passi di Sevillina, insieme all’altrettanto illustre Rojas: due presenze significative per questo debutto in grande stile a DIF.
B&V-Raccogliamo le impressioni di Pilar a conclusione della gara. Qual è il suo commento?
Pilar-Sono soddisfatta sia della partecipazione che del livello delle esibizioni. Anche la partecipazione delle scuole di Flamenco è stata superiore alle aspettative. E’ con mio gran piacere che il Flamenco ha conquistato questo prestigioso palcoscenico a Firenze. Da quest’ anno sarò l’organizzatrice del Flamenco all'interno della manifestazione fiorentina. Sicuramente conitinueremo su questa strada, puntando a un afflusso sempre maggiore. Vorrei che diventasse un riferimento per tutte las flamencas, e magari creare un concorso di ballo di alto livello, per dare la possibilità a tutti di esibirsi su un vero palco con tutta la loro arte, l’improvvisazione, la creatività e il sentimento flamenco.
Mi sono concentrata su questa meravigliosa manifestazione, preparando i saggi delle diverse scuole in cui insegno, a Lucca e Firenze. Sono momenti molto intensi e speciali, perché vedi il progresso delle allieve e l’impegno che hanno messo in tutto un anno di lavoro (nella foto un gruppo di ballerine della scuola di Pilar Carmona dopo l'esibizione a DIF 2016).
B&V-Come nasce l'idea di un concorso dedicato al Flamenco?
Pilar-Da un po’ di tempo sto lavorando per sviluppare iniziative che ruotino intorno al Flamenco, coinvolgendo anche artisti di fama mondiale. Voglio offrire una bella opportunità di studio, approfondimento e divertimento agli "aficionados" , cioè studenti e appassionati di questa disciplina, ma anche aprire le porte anche a chi è solo curioso di conoscere questa grandissima arte, che non conosce limiti di sesso, di età e di fisico. E in questo sta la grandezza del Flamenco, che non è una disciplina riservata ad un'elite, ma che si apre e coinvolge tutti coloro che siano interessati a ballare e vivere con passione quest'arte.
Il concorso di Sevillanas nasce con l'obiettivo di creare un evento dove le persone possono mettersi alla prova e confrontarsi con altre realtà italiane, una manifestazione che sia esibizione e divertimento allo stesso tempo. (Nella foto un momento della premiazione a DIF 2016 ndr)
B&V-Come giudica la diffusione del Flamenco in Italia?
Pilar-Ci sono ancora molte cose da fare, però va molto meglio rispetto a quando sono arrivata a Firenze, 18 anni fa. Ovviamente qui in Italia non c’è la cultura vera e propria del Flamenco, però grazie a me e a tante persone che si sono appassionate e hanno studiato molto in Spagna, questa arte sta prendendo corpo a poco a poco, conquistando i palchi delle nostre bellissime piazze e teatri.
Anche gli studenti chiedono di perfezionarsi sempre più integrando lo studio con stage intensivi: arrivano periodicamente artisti dalla Spagna e anche io sono personalmente coinvolta in queste attività, sia come organizzatrice che come docente.
B&v-Quali sono i suoi progetti e i suoi prossimi impegni?
Pilar-Ho in programma una piccola tournée con il gruppo che porterò dalla Spagna (cantaora, guitarrista e bailaor), con spettacoli in varie città. Inoltre mi sto preparando per uno spettacolo a Cordoba, dove sono nata e dove non calco le scene da 20 anni. Aprirò il festival de los Patios, evento molto seguito. E continuerò a lavorare con Flamenco Libre: una collaborazione che va avanti da quasi 17 anni.
B&V-Ci racconta la sua storia legata al flamenco?
Pilar-Sono nata a Córdoba, culla della chitarra flamenca e terra di grandi toreri. Fin da piccola sono stata catturata da questa grande arte. I miei primi passi sono stati di Sevillanas e Rumba, che ballavo già a tre anni; a otto ho detto a mia madre: «Mamma ,perchè non mi iscrivi a una scuola?», e così andò! Mia madre mi iscrisse sì, ma al Conservatorio Superiore di Cordoba, dove nel 1988 mi diplomai in danza spagnola. Durante il secondo anno di Conservatorio cominciai la Scuola di Flamenco di Antonio Mondéjar, che mi insegnò moltissimo perchè facevamo spettacoli già a tredici anni. Da lì è cominciata la mia passione, la mia vita flamenca e la voglia di imparare sempre di più. Per questo me ne sono andata a Siviglia e Madrid, dove ho studiato con i più grandi artisti del mondo flamenco come Manolo Marín, Matilde Coral, José Galván, El Farruco e tanti altri. A diciotto anni debuttai come ballerina professionista con la compagnia di Mario Maya in El Amor Brujo. Da quel momento la mia vita cominciò a prendere un’altra piega, pensai che il Flamenco sarebbe potuto essere la mia professione e… grazie a Dio finora lo è stato.
Nel 1999 mi sono trasferita a Firenze, che mi ha conquistato subito: i primi tempi sono stati difficili perché il flamenco era inesistente, però a poco a poco con tanta costanza e passione sono riuscita a ottenere il mio spazio e il mio pubblico. Ho fondato la mia associazione e mi piacerebbe un giorno ricevere riconoscimenti per aver portato, in Italia e all’estero, un po’ della mia cultura, dei miei valori e delle mie radici, per questa arte che è generosa con tutti e che è autentica, di forza, passione ed eleganza. Un'arte che conquista non solo con i passi ma, come dicono le mie allieve, nel modo di vivere, rendendole femminili ma anche determinate, fiere del loro essere donne!
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