Dall’11 febbraio 2025, e fino al 2 giugno, Palazzo Bonaparte ospita la mostra più attesa dell’anno, quella dedicata ad Edvard Munch e alle sue inquietudini. Oltre cento capolavori prestati eccezionalmente dal Munch Museum di Oslo, per una straordinaria retrospettiva che racconta l’intero percorso di uno degli artisti più amati del mondo, e anche più difficili da vedere. Reduce dai successi milanesi (Palazzo Reale), la mostra , prodotta e organizzata da Arthemisia, apre con questo evento i festeggiamenti per il suo venticinquesimo anniversario. L'evento Munch ha visto alla inaugurazione la partecipazione della regina Sonja di Norvegia e del presidente Sergio Mattarella.
"MUNCH. Il grido interiore". Una mostra evento da vedere in silenzio, con concentrazione ma con leggerezza, come ha suggerito la curatrice Patricia G. Berman. Per cogliere la forza espressiva ed etica delle oltre 100 opere esposte , capolavori prestati eccezionalmente dal Munch Museumdi Oslo, che raccontano l'intenso percorso umano e artistico dell'artista norvegese (1863-1944), sperimentatore di più espressioni ( pittura, stampa ,scrittura teatro, cinema...) e grande viaggiatore. Sulle tele le sue profonde analisi dell'animo umano, indagini del patrimonio emotivo dell' uomo dall'amore alla morte, dalla malinconia all'angoscia. Un'analisi scientifica e psicologica che gioca con i colori , con le sfumature , con i volti, con le espressioni sfuggenti dei protagonisti. Una narrazione che va dagli esordi fino alle ultime opere attraversando i temi a lui più cari, collegati gli uni agli altri dall’interpretazione della tormentata essenza della condizione umana.
Tra i capolavori esposti , al di là dell'Urlo, icona sfruttata oltre misura, e che appare comunque in una litografia (versione 1895), La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900–1901), Danza sulla spiaggia (1904), E molte altre di grande impatto, dai nudi, ai rapporti amorosi , al bacio , un altro mistero di emozioni... In parallelo alla mostra, è previsto un programma culturale di conferenze , incontri, e una rassegna cinematografica norvegese : l'obiettivo è aprire anche una finestra sulla cultura norvegese e far sì che l'ammirazione per i capolavori di Munch e le varie iniziative accendano il desiderio di visitare Oslo, città moderna e avamposto culturale.
La mostra di Munch, reduce da un successo straordinario a Milano presso Palazzo Reale , rappresenta un evento vero e proprio - sono passati decenni dall’ultima mostra dedicata all'artista a Roma- e a sottolineare il valore della esposizione va segnalata la presenza , alla inaugurazione ufficiale del 10 febbraio, della regina Sonja di Norvegia e del presidente Sergio Mattarella. “Siamo onorati ed orgogliosi di aver potuto realizzare questo grandioso progetto. Munch mancava da molti decenni in Italia e il grande successo riscosso nella prima tappa a Milano ci ha confermato quanto grande sia l’amore del pubblico verso questo artista immenso, capace di darci emozioni fortissime- le parole di Iole Siena, Presidente di Arthemisia, nel corso della presentazione alla stampa affiancata da un parterre illustre, dall'ambasciatore di Norvegia al vicesindaco della città di Oslo, dalla direttrice del Museo Munch di Oslo Tone Hansen al rappresentante delle Generali fino al Presidente Fondazione Terzo Pilastro Alessandra Taccome e al professor Emmanuele F. M. Emanuele , presidente Terzo PIlastro.
L'angoscia della vita e l'arte
Munch si colloca tra i principali artisti simbolisti del XIX secolo e anticipatore dell'Espressionismo, artista dalla vita segnata da grandi e precoci dolori (madre, sorella, padre), origine della volontà di raffigurare angoscia e sofferenza. I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore, la necessità di comunicare dolori indicibili e umanissime angosce sono riusciti a trasformare le sue opere in messaggi universali.
Alle spalle di Munch ricerche, studi e influenze artistiche. Plasmato inizialmente dal naturalista norvegese Christian Krohg, che ne incoraggiò la carriera pittorica, negli anni Ottanta del Novecento si recò a Parigi dove assorbì le influenze impressioniste e postimpressioniste che gli suggerirono un uso del colore più intimo, drammatico ma soprattutto un approccio psicologico. A Berlino contribuì alla formazione della Secessione Berlinese e nel 1892 si tenne la sua prima personale in Germania, che fu reputata scandalosa: da quel momento in poi Munch viene percepito come l’artista eversivo e maledetto, alienato dalla società, un'identità in parte promossa dai suoi amici letterati. A metà degli anni Novanta del XIX secolo si dedicò alla produzione di stampe e, grazie alla sua sperimentazione, divenne uno degli artisti più influenti in questo campo. La sua produttività e il ritmo serrato delle esposizioni lo porteranno a ricoverarsi volontariamente nei sanatori a partire dalla fine degli anni Novanta del XIX secolo. Relazioni amorose dolorose, un traumatico incidente e l'alcolismo - vivendo la vita “sull'orlo di un precipizio” - lo portarono a un crollo psicologico per il quale cercò di recuperare in una clinica privata tra il 1908 e il 1909. Dopo aver vissuto gran parte della sua vita all'estero, l'artista quarantacinquenne tornò in Norvegia, stabilendosi al mare, dipingendo paesaggi e dove iniziò a lavorare ai giganteschi dipinti murali che oggi decorano la Sala dei Festival dell'Università di Oslo. Queste tele, le più grandi dell'Espressionismo in Europa, riflettono il suo sempre vivo interesse per le forze invisibili e la natura dell'universo. Nel 1914 acquistò una proprietà a Ekely, Oslo, dove, da celebre artista internazionale, continuò il suo lavoro sperimentale fino alla morte, avvenuta nel 1944, appena un mese dopo il suo ottantesimo compleanno.
La mostra
L’esigenza di comunicare le proprie percezioni, il proprio ‘grido interiore, lo accompagnò per tutta la vita, e proprio questa attitudine è stato il motore della sua pratica come artista, che ha toccato tanto temi universali. Questa mostra ruota attorno al ‘grido interiore’ di Munch, un processo creativo che sintetizza ciò che l’artista ha osservato, quello che ricorda e quanto ha caricato di emozioni.
La mostra, che si apre con " Malinconia", la prima opera carica di energia che prende per mano il visitatore, si divide in quattro sezioni: Allenare l'occhio , come recuperare ricordi ed emozioni che sfuggono all'occhio umano :" Non dipingo la natura: la uso come ipsirazione..non dipingo cosa vedo ma cosa ho visto".
Quando i corpi di incontrano e si separano, focus sulla " grandiosità della sessualità".
Fantasmi . Malatia e morte.
Munch in Italia , sulle tracce della ispirazione prodotta dal suo viaggio in Italia, Roma, Firenze e Milano. L'influenza di Raffaello e la tela che ritrae il Cimitero acattolico di Roma dove è sepolto lo zio, lo storico P. A. Munch.
L'universo invisibile, la sua cosmologia personale.
L'eredità di Munch, capolavori che mostrano con forza la sua inquietudine e la sua contemporaneità e universalità, trasmettendoci il suo " grido interiore".
e.p.i.
Foto 3 di Roberta Gulotta
Foto opere Munch credit Munchnuseet ( Rosso e Bianco, La morte nella stanza della malata, Vampiro, La Tomba )
"MUNCH. Il grido interiore" 11 febbraio - 2 giugno
2025 Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 - Roma
La mostra, curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo dell’artista, con la collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio, è realizzata in collaborazione col Museo MUNCH di Oslo. Main partner della mostra è Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, con Poema. La mostra gode del patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma e del Giubileo 2025 – Dicastero per l'Evangelizzazione. La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura e Statkraft, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner la Repubblica, hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville, sponsor tecnico Ferrari Trento e radio partner Dimensione Suono Soft.