Le grandi mostre - Fino al 25 agosto ai Musei Capitolini la mostra Filippo e Filippino Lippi.Il respiro del Rinascimento

Fino al 25 agosto 2024 a Palazzo Caffarelli la mostra "Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell’arte del Rinascimento", che racconta il talento del padre, uno degli artisti più importanti della stagione fiorentina di Cosimo de’ Medici, e quello del figlio, che eredita dal padre l’ingegno e diventa l’interprete del gusto nella Roma della fine del Quattrocento .

 

Il caso straordinario di un padre e un figlio, entrambi pittori e disegnatori di eccezionale talento, sarà protagonista ai Musei Capitolini nelle sale di Palazzo Caffarelli dal 15 maggio al 25 agosto 2024 grazie alla mostra “Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell’arte del Rinascimento”, promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura .

"Roma arricchisce la propria offerta culturale con una nuova mostra ospitata presso i Musei Capitolini, proponendo  un bellissimo percorso espositivo che riesce a trasportare i visitatori nel mondo di quella particolare famiglia di artisti che sono stati i Lippi- le parole del Sindaco Roberto Gualtieri nel corso della presentazione della Mostra.  "Il titolo della mostra, “ingegno e bizzarrie”, è forse la sintesi migliore dell’opera e della vicenda umana dei Lippi. Oltre alla bellezza delle opere esposte, la mostra offre infatti la possibilità di conoscere due personalità artistiche davvero interessanti, la cui storia riflette bene alcuni degli elementi specifici della cultura e della società rinascimentale italiana. Innanzitutto, la capacità di riconoscere e coltivare il talento. L’ingegno nella pittura a cui fece riferimento Giorgio Vasari era una caratteristica che emerse presto nel giovane Filippo. E tuttavia il talento richiese il suo tempo per trasformarsi da ingegno a – potremmo dire – ingegneria, grazie all’attenzione dei frati e, soprattutto, alla scuola di Masaccio, che si espresse in particolare nella Cappella Brancacci all’interno della chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze. La seconda parola del titolo, “bizzarrie”, anch’essa tratta da Vasari, ci ricorda invece la vita fuori dagli schemi di Filippo, infedele ai suoi voti di frate, ma così grande che tuttidovettero chiudere entrambi gli occhi sulle sue licenze come chierico e sulla passione perl’amata Lucrezia Buti. Dall’unione di Filippo e Lucrezia, nacque Filippino, che fu allievo del miglior allievo di suo padre, Sandro Botticelli".

L’esposizione, a cura di Claudia La Malfa, intende illustrare, attraverso una selezione di dipinti, disegni e documenti d’archivio, il talento del pittore fiorentino Fra’ Filippo Lippi (Firenze 1406-Spoleto 1469) e quello di suo figlio Filippino (Prato 1457-Firenze 1504). In mostra alcuni capolavori dell’arte di Filippo Lippi su tavola, dalla magnifica Madonna Trivulzio del Castello Sforzesco di Milano, manifesto della pittura del Lippi della quarta decade del Quattrocento, alla Madonna con angeli e committente della Collezione Cini di Venezia , in cui si mostra il modo in cui il Lippi conia un linguaggio intimo per la devozione privata.

Il doppio registro, ufficiale e privato, della produzione pittorica del Lippi si propone in mostra anche attraverso l’accostamento di due piccole tavole della Galleria degli Uffizi, raramente esposte al pubblico, raffiguranti l’Annunciazione della Vergine e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista con due tavole di grandi dimensioni raffiguranti i Santi Agostino e Ambrogio, Gregorio e Girolamo della Pinacoteca dell’Accademia Albertina, Torino, che originariamente formavano i laterali di un trittico la cui parte centrale è oggi conservata al Metropolitan Museum di New York. La sezione di dipinti di Fra’ Filippo Lippi è corredata da un nucleo di documenti provenienti dagli archivi di Firenze e di Spoleto. In essi non solo emerge la rete di contatti del pittore con Cosimo de’ Medici e con il re di Napoli, ma è anche narrata, non senza una certa ironia, la storia del rapimento da parte del pittore di Lucrezia Buti dal convento a Prato in cui si trovava la giovane diciassettenne a studiare, la fuga d’amore dei due e la nascita del figlio Filippino.

Il percorso espositivo include una selezione di importanti disegni, concessi in prestito dalla Galleria degli Uffizi e dall’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, in cui si evidenzia il debito di Filippino Lippi oltre che con il padre, nella cui bottega si forma, anche con Sandro Botticelli nella cui bottega fiorentina Filippino entrò in seguito alla morte del padre del 1469.

In mostra il capolavoro di Filippino Lippi: l’Annunciazione dei Musei Civici di San Gimignano. Nell’opera, realizzata in due separati tondi su tavola, Filippino Lippi conia le geometrie prospettiche e l’intima narrazione degli interni del padre con il respiro più ampio delle figure sinuose di Botticelli, in un’inedita concezione del contrappunto pittorico tra una nuova profondità prospettico-paesaggistica e un primo piano caratterizzato da preziosi colorismi e trasparenze che determinerà la fortuna di Filippino Lippi nella grande produzione pittorica delle ultime decadi del Quattrocento sia a Firenze che a Roma.

Incluso anche un disegno di Filippino Lippi proveniente dall’Accademia di Venezia che illustra l’ingegnosa invenzione realizzata nell’impresa ad affresco per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma nella cappella del cardinale napoletano Oliviero Carafa. La parete della cappella dove sono raffigurate l’Annunciazione alla Vergine e l’Assunzione della Vergine è infatti una scatola cinese di immagini all’interno di immagini il cui ingegnoso meccanismo verrà svelato in mostra attraverso l’esposizione del disegno prestato dall’Accademia di Venezia. Apice della produzione pittorica di Filippino Lippi, la Cappella Carafa è un condensato di citazioni dall’antico – le grottesche, la statua equestre del Marco Aurelio che all’epoca si trovava ancora a San Giovanni, il grande fregio antico che si trovava a San Giovanni, la statua di re barbaro prigioniero oggi nel cortile dei Capitolini, la piccola statua di putto che gioca con oca, – che rivelano il fascino incondizionato di Roma sulla produzione artistica dei maestri del Rinascimento.

Il catalogo, edito da Gangemi Editore, è a cura di Claudia La Malfa Vita e eredità degli artisti .

Foto 1-Filippino Lippi, Vergine Annunciata, Civico San Gimignano 

Foto 2- Filippo Lippi, Madonna dell'Umiltà con angeli e santi carmelitani, Pinacoteca del Castello Sforzesco

Foto3 - Filippino Lippi, Angelo Annunciante, Civico San Gimignano 

 

 

 


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