Le Associazioni del Turismo Organizzato ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro PMI, in occasione della 25° edizione della BMT presso la Mostra d’Oltremare a Napoli, hanno tracciato una fotografia del momento estremamente critico per il settore. In prima linea l'aggravarsi della situazione del settore (incoming e outgoping) per il conflitto Russia Ucraina.
La ripartenza del settore - si legge nella nota congiunta- era stata avviata con l’ordinanza del Ministero della Salute (febbraio 2022) che autorizzava gli spostamenti per turismo in qualsiasi parte del mondo. In contemporanea con l’ordinanza, si è innescato il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha generato da un lato un’instabilità geopolitica e dall’altro una significativa diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, costretti a fronteggiare significativi aumenti del costo di beni e servizi.
Sul fronte incoming, nel 2019 gli arrivi dalla Russia erano pari a circa 1,8 milioni di persone, 6 milioni di presenze (fonte Istat) e generavano una spesa di 984 milioni di euro (fonte Banca d’Italia). I turisti russi non saranno i soli a non visitare il nostro Paese. Si considerino in particolare gli americani, che nel 2019 avevano fatto registrare oltre 6 milioni di arrivi con oltre 16 milioni di pernottamenti (fonte Istat), per una spesa pari a 5,5 miliardi (fonte Banca d’Italia). I dati Banca d’Italia-Eurosistema indicano nel 2021 ancora -50% sulla spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia. Con lo scenario di incertezza internazionale in atto, si attende un ulteriore decremento per il 2022. In vista della Pasqua, l’allentamento delle restrizioni deciso dal Governo, al fine di agevolare l’incoming, avrebbe potuto essere più coraggioso per consentire ai turisti di prenotare serenamente le proprie vacanze in Italia, prendendo come esempio la Francia ed altri Paesi dove tutte le limitazioni sono già state tolte.
Per quanto riguarda l’outgoing, dopo i primi positivi segnali di ripresa, si sta assistendo ad un raffreddamento delle prenotazioni sui viaggi internazionali, dovuto al clima di timore e di incertezza generato dal conflitto bellico. L’andamento delle prenotazioni relativo ai primi trimestri del 2021 e 2022 rispetto al 2019 (dati ASTOI Confindustria Viaggi) evidenzia un calo medio rispettivamente del 95% nel 2021 e del 53% nel 2022. ISTAT ha rilevato in febbraio un + 5,7% di inflazione, dato che non si vedeva dal 1995. Secondo un’indagine di Confesercenti, l'effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia di portare nel 2022 il tasso di inflazione all'8%, il che potrebbe costare quest'anno 26,1 miliardi di euro in minori consumi e 41,3 miliardi in meno sul previsto aumento del PIL. Il prezzo del jet fuel è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: un incremento così significativo del costo del carburante non può non ripercuotersi sui prezzi dei pacchetti turistici e, conseguentemente, sulla domanda.
A sottolineare la gravità della crisi, concorrono i numeri sull’aspetto occupazionale. Secondo il rapporto Cerved 2020 sulle PMI, gli occupati del comparto nel 2019 erano oltre 86.000. Il numero di addetti, in questi due ultimi anni, non ha subito variazioni notevoli in quanto “mantenuto in vita” dagli ammortizzatori sociali. Secondo il WTTC (World Travel & Tourism Council), nel 2020 il settore dei viaggi e del turismo italiano ha registrato una riduzione del 12,4% dell’occupazione. La riduzione dei livelli occupazionali è stata anche frenata dal blocco dei licenziamenti in essere fino al 31 dicembre 2021. Nel 2022, una volta esaurita la possibilità di accedere agli ammortizzatori e considerata la forte riduzione dei volumi, sempre in base a stime elaborate dal Cerved, si potrebbe arrivare ad una possibile riduzione dell’organico pari al 34%. Dall’inizio della pandemia il turismo organizzato ha fatto uso massiccio degli ammortizzatori sociali. Purtroppo, data la situazione, le imprese sono già coscienti del fatto che l’uso di questi strumenti si dovrà protrarre almeno fino a giugno e per tale ragione le Associazioni chiedono che non vengano conteggiati i periodi di integrazione salariale fruiti da gennaio a marzo 2022 e che il contatore venga azzerato ad aprile, per evitare che le aziende rimangano senza ammortizzatori, avendo consumato tutto il montante a loro disposizione. II numero delle imprese attive nel 2019 era pari a circa 13.000. Rispetto ai dati pre-pandemia circa il 20% delle imprese del Turismo Organizzato ha effettivamente chiuso e cessato l’attività. Considerati una serie di fattori, tra cui l’impatto economico della nuova crisi dovuta al conflitto bellico Russia–Ucraina sull’andamento della domanda e la scadenza dei voucher con conseguente obbligo di rimborso a settembre, a fine 2022 si stima la chiusura del 35% delle imprese del comparto rispetto al 2019.
Le associazioni ASTOI Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro PMI chiedono che il Governo, in considerazione della scarsità delle risorse disponibili e a fronte dei gravissimi problemi evidenziati, provveda, quanto prima, a deliberare un nuovo scostamento di bilancio per mettere a disposizione del settore sostegni adeguati.