Enoturismo, XVII Rapporto: sempre più green, all'aperto ed esperienziale

Dal XVII Rapporto del vino emerge la Toscana come prima destinazione inseguita da Piemonte e Sicilia. Città del Vino: “Avanti con un piano straordinario di rilancio dell'enoturismo italiano"

La pandemia ha assestato un colpo durissimo al sistema enoturistico italiano, con il crollo delle visite in cantina e le ricadute sulle vendite dirette. Erano 15 milioni gli enoturisti nel 2019 e 2,65 miliardi di euro il giro d’affari complessivo stimato dall’Osservatorio di Città del Vino. Per pareggiare i conti serviranno due anni di tempo dalla fine della pandemia: questa l’opinione del campione di esperti, 100 addetti ai lavori selezionati tra enti territoriali, agenzie promozionali e consorzi del vino per l’elaborazione del XVII Rapporto sul Turismo del Vino in Italia, presentato il 30 giugno in webinar.

Tra i principali aspetti che emergono da questa indagine qualitativa c’è anche il riposizionamento dell’enoturismo verso un’esperienza sempre più all’aperto, più in vigna che in cantina, più per piccoli gruppi che con i grandi bus e sempre più attenta alla sostenibilità e all’accessibilità dei servizi. Un enoturista rispettoso dell’ambiente e alla ricerca di esperienze attive, capaci di integrarsi con la bici, il trekking, l’arte e altre occasioni di tempo libero. Più esperienziale, meno ripetitivo.

Il XVII Rapporto certifica ancora una volta i grandi punti di forza dell’offerta enoturistica del Belpaese: la ricchezza enogastronomica, la varietà di vitigni, i contesti storico-artistico-culturali. Ma anche tanti aspetti ancora da migliorare per diventare sempre più competitivi in un sistema europeo (Francia, Spagna, Croazia, Grecia e altre nazioni emergenti) che affila le armi del marketing e della promozione. Quindi c’è la necessità di migliorare l’offerta di servizi, le infrastrutture, la digitalizzazione dei territori, ma anche la capacità di saper gestire le visite in una lingua straniera e l’originalità dell’offerta enoturistica, evitando l’effetto déjà vu. Così, mentre la Toscana si conferma prima regione enoturistica d’Italia (sia per il turista italiano che per quello straniero),inseguita da Piemonte e Sicilia,  è quasi unanime la richiesta che arriva dai territori per un piano straordinario di rilancio dell’enoturismo italiano (74,19%).

Una richiesta legittima – sottolinea il Presidente di Città del Vino, Floriano Zambonquella necessità di un tavolo di progettazione e di una cabina di regia che unisca le migliori intelligenze del pubblico e del privato per ridisegnare il rilancio del turismo del vino italiano, anche attingendo alle risorse che oggi ci mette a disposizione il recovery plan, per dare slancio ed energia a un comparto che rappresenta la ricchezza di centinaia di territori e comunità rurali e che favorisce il mantenimento dell’ambiente, del paesaggio e della vitalità di aree già a rischio di spopolamento”.

Il XVII Rapporto è stato presentato il 30 giugno in diretta Facebook con la partecipazione, oltre che del Presidente Zambon, di Giorgio Palmucci, Presidente di ENIT; Giuseppe Festa, Direttore del Corso di Perfezionamento Universitario e Aggiornamento Culturale in “Wine Business” dell’Università degli Studi di Salerno e Coordinatore Scientifico dell’Osservatorio di Città del Vino; Paolo Morbidoni, Presidente Strade del Vino dell’Olio e dei Sapori; Nicola D’Auria, Presidente Nazionale Movimento Turismo del Vino; Maria Elena Rossi, Direttore Marketing e Promozione di ENIT; e Donatella Cinelli Colombini, Presidente Associazione Nazionale Donne del Vino; Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini.

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