Affaire voucher rimborso. Fiavet chiede pronunciamento Comunità Europea

È straordinario come in questo momento, così difficile, ci si possa svegliare una mattina con un commissario europeo incaricato di occuparsi di Giustizia che rilascia interviste, guarda caso su un quotidiano tedesco, il Frankfurter Allgemeine Zeitung, riguardanti le sorti dell’economia di settore di un Paese come l’Italia, in cui il turismo porta un saldo attivo di 17 miliardi di euro e il 15% dell’occupazione ed è attualmente in perdita per 120 miliardi di fatturato”. Così Ivana Jelinic, presidente Fiavet, replica alla questione dei voucher sollevata durante un’intervista al commissario alla giustizia della Commissione europea, Didier Reynders.

Una pura, personale, opinione, assunta su alcuni media come quella dell’intera Commissione Europea” continua Jelinic. Secondo il commissario il regolamento europeo prevede che il consumatore abbia sempre la scelta di richiedere il rimborso. “I voucher sono una durissima e immediata conquista delle associazioni di categoria in prima linea come Fiavet – afferma la presidente - l’articolo 28, comma 5 del decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 in Italia prevede che, in caso di recesso da parte del consumatore, l’organizzatore possa offrire un pacchetto alternativo, restituire il prezzo o emettere un voucher a favore del consumatore, in caso di annullamento di vacanze già prenotate entro un anno dall’emissione”.

Fiavet dunque precisa che da sempre è vicina al mondo dei consumatori, e che quindi, in questa occasione, invoca dalle Istituzioni prese di posizione chiare, in aule preposte, e non a mezzo stampa o sui social. In assenza di ciò invoca la presa di coscienza di ogni cittadino in questa situazione sia esso un agente di viaggio che un viaggiatore. “In base alle leggi, infatti, sicuramente ognuno potrà contribuire personalmente alla distruzione di un comparto economico – afferma Jelinic - intessendo cause che forse vincerebbe contro un avversario che alla fine sarà inesistente perché sul lastrico, sia che si tratti del consumatore che dell’agente di viaggio”. Una scelta individuale dunque in mancanza di una posizione definita dall’Europa, ma che riguarda tutta la collettività, perché ad oggi non c’è stata nessuna comunicazione da parte della Commissione europea. “Vorrei inoltre far sapere a Reynders - conclude Jelinic - e alla stampa tedesca che io la mattina non mi sveglio rilasciando interviste sulle normative dell’industria siderurgica di Francoforte e vorrei che egli facesse altrettanto riguardo al codice del turismo italiano”.


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