WEDDING TOURISM, AMORE,TURISMO E BUSINESS

 

Occhi puntati sul settore del Wedding Tourism, ovvero gli stranieri che scelgono il nostro paese per sposarsi  ... matrimoni, cerimonie simboliche,  promesse,    anniversari...   l’Italia rappresenta sempre una bella cornice.  Il comparto, una volta nicchia, brilla per numeri più che buoni e mostra una tendenza in netta espansione: circa 9000 eventi ( 8.700) nel 2018, per un fatturato stimato di 500.1mln di euro, presenze turistiche collegate pari a  1,5 milioni, 60.000 operatori  della filiera coinvolti ......

E per il 2019 si stima una crescita che va  dal 5 al 10% soprattutto dall’area Sud, Puglia, Sicilia, Basilicata, le aree emergenti. Un canale ideale, quindi,  per rafforzare il nostro incoming  con una offerta di eccellenza.

Lo stato dell’arte  ce lo racconta  l’indagine Destination Wedding in Italia, prima nazionale su questa industria, realizzata dal Centro Studi di Firenze, che vanta una larga esperienza sul fenomeno, anche in termini domestici, per conto del Convention Bureau Italia, presidente Carlotta Ferrari, realtà nata nel giugno 2014, ente privato di promozione che opera nell'area  congressi e MICE e che rappresenta i principali attori del settore, convention bureau locali e aziende private (alberghi, centri congressi, fornitori di servixi, PCO e DMC). Cbitalia apre dunque a questo settore “ riconoscendo ai wedding  la natura di  “eventi” ,e in quanto tali da portare sotto il cappello del   Mice , mettendo in moto   promozione, formazione, ricerca mercati emergenti.  E’ innegabile- le parole di Carlotta  Ferrari- che Destination Weddings, al pari di settori come il Mice e il Luxury, genera flussi turistici di altissimo valore qualitativo ed economico. Da questa constatazione è nata la volontà di CBItalia di compiere una indagine scientifica  per analizzare  le necessità e le potenzialità dell’industria.  Alla luce di questo, miriamo a creare un necessario coordinamento  nazionale dell’offerta e della promozione , specialmente sul medio e lungo raggio. Ritengo che il modello di collaborazione tra CBItalia ed Enit che stiamo sempre meglio affinando sul Mice sia assolutamente vincente “.

 

La ricerca, primo passo del CBI verso questo  prezioso e variegato segmento,  è stata presentata a Roma, Palazzo Naiadi il 14 marzo scorso alla presenza di Carlotta Ferrari, Alessandro Tortelli, Centro studi Firenze, che ha illustrato i dati, e  del neo presidente Enit  Giorgio Palmucci, che ha rilevato "l’importanza del fenomeno, l’alto numero delle imprese e  addetti ai lavori coinvolti, e i riflessi benefici sulla destinazione Italia con la spinta a ritornare nel nostro paese , una volta conosciuto nell’eccellnza, scoprendo anche località minori. Per Enit il Wedding Tourism è un fenomeno da monitorare e sviluppare , da evidenziare al Ministero e progettare un impegno congiunto di coordinamento a livello nazionale”.

Numeri e tendenze

Ma cosa ci racconta la ricerca  nel dettaglio? Che le regioni preferite  dagli sposi esteri sono  la Toscana (30,9%), Lombardia, Campania, Veneto e Lazio, ma in costaste ascesa il sud. Location preferite  luxury Hotel, soprattutto nei mesi estivi con rito religioso e simbolico, buona   la richiesta anche di ville, agriturismi, castelli, ristoranti, e tra le location emergenti  masserie ( Puglia), Rifugi alpini e spiagge. Tra i mercati esteri più interessati il Regno Unito si mantiene in testa (28,1%), Usa (21,9%), Australia (9,4%), Germania (5,5%), e Canada (4,5%). Ma si stanno evidenziando le richieste da parte di paesi scandinavi, l’area asiatica alla riscossa,  ed  Emirati Arabi. L’interesse di questo settore non è dato solo dai grandi matrimoni stile indiano con  un alto tasso di invitati: il numero medio di invitati risulta essere di 49,6  la spesa media di 56.890 per un totale, come già detto, di 500,1 mln di euro. “ Va notato- ha commentato Tortelli- come i festeggiamenti  tendano a interessare  sempre più giorni oltre a  quelli del matrimonio, trasformandosi in un proprio e vero miniviaggio per sposi e invitati”. Da segnalare inoltre la crescita  dei matrimoni LGBTQ ( +64% rispetto al 2017), rappresentando il 12% del mercato, con un alto budget da spendere.  Anche il Wedding Tourism  si nutre di web:dalla ricerca risulta che se per le strutture  i motori di ricerca rappresentano il primo canale di acquisizione contatti, per i wedding planner lo sono i social network. Per i clienti    il matrimonio diventa quasi   subito un fenomeno social..basti pensare al matrimonio Ferragnez con grande pubblicità per la destinazione Noto.

Formazione mirata e specifica

In tutto questo brillare di numeri e di potenzialità, la ricerca evidenzia però la mancanza ,e necessità, di una formazione specifica per aspiranti Wedding Planner e per tutta la filiera coinvolta, considerando come questo fenomeno sia trasversale  a molte realtà professionali, dagli operatori dell'estetica ai ristoratori. Come in tutti i settori che marciano bene, c'è sempre il rischio della improvvisazione. Come ha sottolineato Carlotta Ferrari” c’è la chiara necessità di una formazione mirata e dedicata  non solo rivolta agli operatori di settore, ma a tutta la filiera ,per approfittare di nuove opportunità di un business di grande valore”. Sulla formazione  è intervenuta Bianca Trusiani, ,Wedding Destination Italia e Presidente del Comitato Tecnico BWI, tra i massimi esperti italiani del settore, ideatrice, con corsi collegati di una nuova figura professionale come il Wedding Travel Coordinator, una specie di mediatore culturale con competenze sui paesi di origine degli sposi.   " Con i giusti elementi ed una preparazione adeguata- ha detto Trusiani- sia il singolo imprenditore, sia il territorio possono trarne un grande vantaggio. Si devono analizzare tutti gli attori del destination wedding: Imprenditoria, Istituzioni, Associazioni di Categoria ed indicare come ci si deve organizzare nella filiera corta per ottimizzare l'offerta e creare un prodotto composto".

Ester Ippolito

www.conventionbureauitalia.com


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