Alberto Testa, grande figura della danza italiana che vanta una lunga e varia carriera artistica, ricorda come fosse ieri il suo incontro con il cinema, e in particolare quello con il regista Visconti: le ‘lezioni’ di ballo impartite ad attori e comparse del mitico film Il Gattopardo, la bravura di Burt Lancaster nel valzer, le brevi apparizioni di Claudia Cardinale, gli scherzi e i giochi di Alain Delon
di Livia Rocco
Danzatore, coreografo, critico e maestro di danza classica e balletto: un personaggio a tutto tondo Alberto Testa, di quelli sempre più rari nel panorama contemporaneo. E al suo ricco curriculum vanno aggiunte esperienze cinematografiche indimenticabili, come quella del celeberrimo film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, che nel 2013 celebrerà il cinquantesimo anniversario.
Le parole di Susanna Serafini (nella foto con Alberto Testa), docente di danza classica e storica della danza, in un incontro a Roma presso l'Associazione dei Piemontesi, danno subito un’idea del carisma e della preparazione artistica di Alberto Testa: “Ero sua allieva all’Accademia Nazionale di danza di Roma, dove ha insegnato per trent’anni Storia della danza, ma per me è sempre stato più di un maestro, perché ha una conoscenza diretta del palcoscenico come grande interprete, coreografo, collaboratore di artisti di primo piano. Tutto ciò che dice è filtrato dalla sua esperienza, e proprio questa completezza aveva spinto Visconti a sceglierlo per creare e curare tutte le parti danzate del suo film ormai passato alla storia, tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa pubblicato nel 1958”.
Nella seconda metà dell’800 la danza – Valzer, Quadriglia, Polca, Mazurca - aveva un ruolo centrale nella vita sociale, ed era determinante per le relazioni sociali, politiche e sentimentali; da qui l’importanza nel film della famosa scena del ballo, girata a Palermo e curata da Alberto Testa.
“Dopo cinquant’anni il ricordo di quell’esperienza è ancora molto vivo – ha sottolineato Testa. "Quando fui chiamato da Visconti, avevo già lavorato nei teatri di Palermo, conoscevo la città e molte persone del luogo, essendo anche un appassionato di opera. Tra i miei compiti – ancora il maestro – c’era anche quello di istruire comparse che non sapevano ballare. All’inizio ho visionato molte persone, e ho poi deciso di inserire nei vari gruppi di ballo un ‘danzatore guida’ che aiutasse a non ‘perdere il tempo’ nei passi; io stesso, opportunamente truccato con baffi e pizzetto, ho fatto da guida ballando in alcune scene”.
Un lavoro lungo e complesso, quindi, ma anche gratificante. “Sono rimasto a Palermo per due mesi – ha ricordato Testa . "Visconti era freddo e distaccato ma molto preciso, e, anche se non faceva complimenti, fu soddisfatto del risultato: le danze gli piacquero così tanto che nella prima stesura occupavano un terzo della durata del film! Io ero con lui dietro la macchina da presa e spesso chiedeva la mia approvazione per la scena girata; tra tutte si distingue per la sua bellezza la ripresa del ballo dall’alto. Del resto il regista aveva collaboratori eccellenti: Nino Rota ha composto le musiche e Giuseppe Rotunno ha curato la fotografia.”
E non sono certo mancati gli episodi divertenti, che Testa racconta volentieri: “Burt Lancaster, che impersonava il principe di Salina, era straordinariamente professionale e diligente. Quando ci siamo incontrati per la prima volta tra me e lui si è subito creata una tale intesa nel ballo che l’attore americano disse scherzando: ‘mettiamo una parrucca da donna a Testa così posso ballare con lui nel film!’. Questo anche perché la bellissima Claudia Cardinale, nel ruolo di Angelica, stava contemporaneamente girando un altro film ed era molto meno presente alle prove; infatti osservandola attentamente si nota che quando ballano insieme il valzer lei è più rigida. Alain Delon (il nipote Tancredi nel film) lo ricordo invece come un simpatico ‘birichino’; non sapeva ballare e non era molto interessato alla danza, però durante le prove si divertiva a giocare e scherzare: aveva escogitato, per esempio, un modo per far volare la sua scarpa sul soffitto con un colpo di tacco”.
Parlando del rapporto tra cinema e danza, Alberto Testa – oggi novantenne in perfetta forma - ha ricordato con soddisfazione anche la sua lunga e intensa collaborazione con il regista Franco Zeffirelli, a cui va il merito di aver dato una certa ‘visibilità’ ai coreografi, spesso trascurati dalle produzioni cinematografiche, con la sola grande eccezione dei film musicali. “In molti film non musicali la danza è importante proprio come lo era un tempo nella società, quando univa, creava coppie e matrimoni - ha osservato Alberto Testa. "Non a caso in una delle prime versioni cinematografiche del romanzo ‘Guerra e Pace’ di Lev Tolstoj, il personaggio di Natascia è interpretato da una danzatrice. Eppure in molti film il nome del coreografo non compare neanche nei titoli di testa e di coda; il mio non appare, paradossalmente, ne ‘Il Gattopardo’ (uscito nel 1963), mentre è presente, per esempio, in ‘Romeo Giulietta’ (1967) e in ‘La Traviata’ (1982) di Zeffirelli”.
Fortunatamente, nella sua lunga e varia attività, Testa ha ricevuto altri riconoscimenti, tra cui la Targa d’Argento del Presidente della Repubblica nel 2002 e il Premio Guido Lauri alla carriera nel 2011.
Alberto Testa (nato a Torino) è un danzatore, coreografo, critico e maestro di danza tra i più noti in Italia. Vincitore nel 1942 del Concorso dei Teatri Universitari con un atto unico, si è laureato lo stesso anno in lettere all’Università di Torino con una dissertazione sulla danza. Ha studiato danza classica a Torino con Grazioso Cecchetti e perfezionandosi con Susanna Egri. Si è esibito nei principali teatri italiani e stranieri sotto la guida di grandi maestri come Leonide Massine, Margarete Wallmann e Aurel Milloss, partecipando a numerosi festival come quelli del Maggio Musicale Fiorentino, della Sagra Musicale Umbra, del Festival di Salisburgo. Attivo soprattutto come coreografo tra il 1965 e il 1987, ha curato i balletti per numerosi allestimenti operistici tra i quali Giovanna d'Arco al rogo (1960), La dama di picche (1963), Turandot (1984), La traviata (1984), Tannhäuser (1985) ma anche per il teatro di prosa, dove, per il Festival di Todi, ha curato l’adattamento, la traduzione e la messa in scena di La città che ha per principe un ragazzo di Henry de Montherlant, nonché un Omaggio a Thornton Wilder a Roma nel 1998. Ha poi creato le danze per Il Gattopardo di Luchino Visconti e per numerosi film di Franco Zeffirelli: Romeo e Giulietta (1967), Gesù di Nazareth (1976), La Traviata (1982), Otello (1986), Il giovane Toscanini (1988). Ha insegnato Storia della Danza per trent’anni,, dal 1963, nell’Accademia Nazionale di Danza di Roma. È stato fondatore e direttore artistico del Premio Positano per l’Arte della Danza, tra i più antichi e importanti d'Italia, inaugurato nell’agosto del 1969 e successivamente, dal 1979, intitolato alla memoria di Leonide Massine. È presidente dal 1969 del Premio Porselli “Una vita per la Danza”, nonché cofondatore e direttore del Centro Documentazione e Ricerca per la Danza di Torino. Organizzatore di Mostre di grande rilievo: su Sergej Pavlovič Djagilev e i Balletti Russi al Museo Teatrale alla Scala di Milano e nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia, 1972; sul teatro di Maurice Ravel e sul balletto al Teatro alla Scala, sui Sakharoff a La Versiliana e sul documento e il libro di danza al Teatro Regio di Torino. Ha curato l'organizzazione dei Concerti di Danza (1967, 1969, 1970) e di svariate edizioni, a partire dal 1977 fino al 1988, dell'ormai celebre Maratona di Danza al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Storico e critico di balletto, sin dalla fondazione, del quotidiano La Repubblica, ha collaborato per le voci riguardanti la danza e il balletto con le principali enciclopedie e dizionari italiani e stranieri (Enciclopedia dello Spettacolo, Treccani, Larousse). Ha pubblicato articoli e saggi su programmi di sala e riviste specializzate (Balletto Oggi, Danza & Danza, Tutto Danza, Coréographie), autore di numerose pubblicazioni sull'argomento e in più d'una occasione con la Casa Editrice Di Giacomo, con la quale ha pubblicato nel 2003 le sue Lezioni di Storia della Danza. Presidente di giuria e direttore artistico dei Concorsi internazionali di Danza di Perugia e di Caltanissetta. Fa parte della Commissione dello spettacolo presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella sezione Danza. Tra i vari riconoscimenti, il Premio Gino Tani per la critica di danza nel 1991, la Targa d’Argento del Presidente della Repubblica nel 2002 e il Premio Guido Lauri alla carriera nel 2011. Principali coreografie:1965 - Histoire du soldat, 1978 - La Morte e la Fanciulla, 1980 - Gli Uccelli, 1981 – Dansatie, 1982 - A due con ironia, 1983 - Il tempo ritrovato, 1983 - Stelle di carta, 1985 - Le tre dee, 1987 - La notte della musica, 1993 - Carmina Burana
(Biografia a cura dell’Associazione Piemontesi a Roma)