Un film ben girato, toccante e amaro, con una storia drammatica tutta al femminile. ”Houria, la voce della libertà” dal 21 giugno sarà al cinema (lingua originale con sottotitoli in italiano). Distribuito dalla 'I wonder pictures' il film è diretto da Mounia Meddour e ha come interpreti Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Salim Kissari, Marwan Zeghbib.
Non è la prima volta che la danza entra nel cinema come strumento di riscatto e di liberazione, parlando soprattutto all'universo femminile; un esempio è il bellissimo Babylon Sister di Gigi Roccati, del 2017. Mounia Meddour – regista algerina anche del film 'Non conosci Papicha'- propone un’emozionante storia di rivalsa con protagonista la stella emergente Lyna Khoudri (The French Dispatch, Non conosci Papicha), affiancata da un cast di attrici (e ballerine) di buon livello.
Siamo ad Algeri e Houria, giovane ballerina, subisce una violenta aggressione che le strappa, insieme al sogno di una carriera nella danza, anche la voce. Solo grazie al supporto di un gruppo di donne che hanno vissuto esperienze simili alla sua, potrà imparare a rimettersi in piedi e troverà, proprio nella danza, un nuovo modo di esprimersi, un silenzioso grido di libertà capace di sollevarsi con forza fino al cielo.
Quella della giovane Houria è una vita scandita da vicende tragiche: la perdita del padre ucciso da terroristi, la morte dell'amica più cara nella traversata che l'avrebbe condotta in Spagna alla ricerca della libertà e del successo, la violenta aggressione subita da un delinquente che la polizia lascia circolare liberamente, il quale oltre tutto si vendica della denuncia da parte di Houria e della madre devastando la loro casa. Ma tutto cambia quando il gruppo di donne che l'aiuta a riprendersi dalle sue ferite scopre che Houria sa ballare (prima dell'aggressione andava a scuola di danza e si allenava intensamente). La giovane ballerina farà da insegnante alle altre donne, fino a creare un gruppo di ballo talentuoso e affiatato: una festa per gli occhi, un' espressione di arte e di libertà che fa dimenticare – e forse si lascia alle spalle – i torti e le ingiustizie subite.
Il film è anche un atto di denuncia contro una società che non punisce chi commette violenza, soprattutto contro le donne. Interessanti l'ambientazione e la colonna sonora, con un particolare curioso: le canzoni italiane ('Felicità', 'Gloria') sottolineano con forza i rari momenti di allegria delle protagoniste.
Livia Rocco