Notre Dame de Paris, il fascino del grande classico. Al TAM di Milano

Successo e coinvolgimento del pubblico  per il musical " Notre Dame de Paris", che celebra il suo ventennale ed è tornato  in scena a Milano, TAM Teatro Arcimboldi, dal 20 al 25 settembre.  Il  ruolo della danza. Una  occasione da non perdere.

 

Fin dalla sua prima messa in scena il musical “Notre Dame de Paris” è stato considerato un classico. E giustamente. Tanto è vero che non si possono contare le produzioni e le lingue con cui è salito alla ribalta di tanti teatri nel mondo. Del resto il testo parte da un monumento letterario, quello di Victor Hugo. Che è stato perfettamente interpretato musicalmente da Riccardo Cocciante che ne ha scritto le musiche, mentre i testi in italiano sono opera di Pasquale Panella. Alcuni brani, musica e parole, sono immediatamente riconoscibili sin dalle prime note. Alcuni sono talmente popolari che li senti fischiettare anche per strada, un po’ come succedeva con le arie dei grandi del melodramma italiano che erano conosciutissime da tutti a ogni livello sociale.

In questi giorni all’Arcimboldi di Milano “Notre Dame” sta raccogliendo il suo ennesimo successo andando in scena con l’ intero cast originale del debutto :  Lola Ponce  nei panni di Esmeralda e insieme a lei Giò Di Tonno – Quasimodo, Vittorio Matteucci ​ Frollo, Leonardo Di Minno – Clopin, Matteo Setti – Gringoire, Graziano Galatone – Febo, Tania Tuccinardi – Fiordaliso.

Il pubblico, caloroso, sottolinea spesso i vari passaggi con applausi a scena aperta, dimostrando di conoscere profondamente il testo. Tanto che nel saluto finale gli artisti sollecitano gli spettatori a cantare i brani più popolari del musical e il pubblico non si tira certo indietro. Fa una certa impressione vedere il teatro reagire, come in uno stadio, con il pubblico che canta per intero “E’ questo il tempo delle cattedrali…”, oppure “Noi siamo i clandestini”, oppure ancora “Bella” , dimostrando di conoscere l’opera a memoria. Ma quello della storia e della musica non sono i soli ingredienti del successo dell’opera. Ci sono le scenografie che lasciano letteralmente a bocca aperta tante e tali sono le invenzioni messe in campo con quel muro (di cattedrale) salito e sceso acrobaticamente dai “sans papiers”. E a proposito di danza , gli autori sono riusciti a far entrare i balletti   quasi di prepotenza nell’economia dello spettacolo scritturando chi ha il senso e i tempi del movimento musicale e l’atleticità degli acrobati che riempiono le scene di invenzioni a non finire. Due per tutti: emblematici sono il balletto iniziale nella corte dei miracoli e poi quello della ruota che vede Quasimodo incatenato che canta i suo amore per Esmeralda. E che sul suo corpo vuole morire così che tra mille anni troveranno due corpi abbracciati per l’eternità. Insomma: non si deve perdere l’occasione di vedere o rivedere l’opera all’Arcimboldi, in cartellone almeno fino al 25 settembre.

Fiorenzo Barzaghi

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