Manuela Adamo, ballerina con un ruolo importante nella compagnia di Miguel Ángel Berna, ci parla del progetto di candidatura come patrimonio Unesco della jota aragonese, danza di origine popolare protagonista degli spettacoli della coppia Berna-Adamo.
Se, quindi, è destinato ad allungarsi l'lelenco delle danze tradizionali che entrano a far parte del Patrimonio immateriale dell'Umanità, la prossima potrebbe essere proprio la jota aragonese. A darci la notizia è Manuela Adamo, compagna di arte e di vita del ballerino e coreografo Miguel Angel Berna, massimo rappresentante dell'evoluzione teatrale di questo ballo.
B&V - A Saragozza, sua città di adozione, sono in corso iniziative legate alla jota; ce ne può parlare?
Manuela Adamo - Attualmente la Regione sta portando avanti il progetto di candidatura UNESCO della jota aragonese. Per questo motivo si stanno svolgendo alcune attivitá relative a questa iniziativa. Ho proposto al direttore del Teatro Principal di Saragozza, José Maria Turmo, di organizzare un ciclo di convegni che girassero intorno ad alcuni aspetti importanti della jota. Abbiamo iniziato ad ottobre ed é previsto un incontro al mese, nonostante il Covid. Il teatro permette il 25% della capienza. Il ciclo di conferenze è coordinato da me e dallo studioso ed esperto di jota Javier Barreiro.
B&V- In realtà la Jota non è solo aragonese, ma è presente in tutta la Spagna, eppure non è molto conosciuta, almeno in Italia. Ci aiuta a capirne qualcosa di più?
Manuela Adamo - La jota è una danza presente in praticamente tutte le regioni della Spagna, ognuna con le sue particolaritá. In Aragona la forma popolare si è in parte persa, ma attualmente esistono gruppi folklorici e progetti artistici che riguardano la riproposta di questo ballo, come la compagnia di Miguel Ángel Berna, di cui faccio parte. In questo senso si puó dire che la jota si é evoluta ed é diventata una danza anche abbastanza difficile, eseguita da ballerini professionisti. Niente a che vedere con le nostre tarantelle, che, anche se eseguite sui palcoscenici, continuano ad essere delle danze alla portata di tutti.
B&V- Quindi esistono punti di contatto tra la jota e le tarantelle dell' Italia meridionale?
Manuela Adamo - La jota nella sua forma popolare é una danza facile e con molte cose in comune con le nostre tarantelle. I passi sono molto simili, per non dire uguali. Non a caso mi sto occupando di approfondire alcuni studi che riguardano i nessi tra il tarantismo italiano e quello spagnolo.
B&V- Ha anche altri programmi per il futuro, in questo momento così delicato per il mondo dello spettacolo?
Manuela Adamo - Intanto sto terminando quest´anno un corso di laurea in scienze umanistiche. Poi spero al piú presto di tornare sul palco, di continuare ad occuparmi della produzione di tutti gli spettacoli di Miguel Ángel Berna e di accompagnarlo nella direzione artistica di tutti i progetti.
Livia Rocco
(foto di Jaime Oriz)
Manuela Adamo, nata a Roma da una famiglia di origine campana, studia danza classica con Stefania Minardo e Luciana Proietti, prime ballerine del Teatro dell’Opera di Roma e successivamente prosegue i suoi studi presso la I.A.L.S di Roma in danza moderna e jazz. Nel 1998 si trasferisce in Spagna e comincia la sua carriera professionale accanto a Miguel Ángel Berna, massimo rappresentante della jota e della sua rielaborazione. Nella Compagnia di Berna si occupa della produzione di tutti i suoi spettacoli, nei quali ha anche il ruolo di ballerina. Si occuoa da anni della rielaborazione delle danze tradizionali del sud Italia; nell’ambito del tarantismo spagnolo e italiano si dedica allo studio dei vincoli coreutici esistenti fra la jota e la tarantella, soprattutto nella pizzica e nella tarantella del Gargano. Nel 2016 ha partecipato al film La Jota di Carlos Saura come ballerina in due brani del film.
Miguel Ángel Berna, ballerino e coreografo spagnolo nato a Saragozza, ha mosso i primi passi nella danza come ballerino della jota aragonese, ballo tradizionale che ha successivamente integrato con l’apprendimento del balletto classico, della danza contemporanea e del flamenco. Fondatore nel 1990 della Compagnia che porta il suo nome, creatore di spettacoli in cui dimostra di saper contaminare con passionalità ritmi, melodie e temi di diverse culture, tra le sue opere più importanti vanno citate Madrid en danza (1999), Rasmia (1999), Percusión percusión (2000), Solombra (2001), Tierra de dragón (2003), Mudéjar (2004), Encuentros (2005), Amares (2007), Goya (2008), Flamenco se escribe con Jota (2009), La pasión (2010), Berna se escribe con Jota (2010), Bailando mi tierra... Mudéjar (2012), Mediterraneo (2013), La Jota e la Taranta (2014) e Cardía (2016). Nel 2016 si è occupato di tutta la coreografia dell ultimo film di Carlos Saura La Jota partecipando anche come ballerino solista.