Grazie all'arte e all'intuito di Nino Graziano Luca, fondatore della Compagnia nazionale di Danza storica, è possibile compiere un viaggio nel tempo....
di Livia Rocco
Valzer, quadriglie e contraddanze: un patrimonio sorprendentemente italiano e sorprendentemente… divertente! Nino Graziano Luca è stato il primo a capire che le 'danze di società' dell'800 sono in grado di catturare l'attenzione di molti curiosi, ma anche dei turisti: nasce così la sua Compagnia nazionale di Danza storica, con sede nel Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma.
Chi in un pomeriggio domenicale, magari tristemente piovoso, varca la soglia dell'imponente museo per partecipare a uno dei tè danzanti organizzati dalla Compagnia, ha l'impressione di compiere un viaggio nel tempo. Creano subito un'atmosfera particolare i costumi d'epoca, curatissimi anche nei dettagli, a cominciare da quello indossato dal direttore in veste di maestro di cerimonie. Luca accoglie gli ospiti con sorrisi e inchini, pronto a dirigere le danze che per tutto il pomeriggio animano una delle sale del Museo. Gli stessi sorrisi e gli stessi inchini caratterizzano lo svolgersi del ballo, il cui 'disegno' viene pazientemente spiegato ai nuovi arrivati, con l'aiuto di valide assistenti. Basta poco per farsi coinvolgere in una serie di danze elegantemente sfrenate, con la complicità di bellissime musiche. Per qualche ora sono tutti protagonisti della scena: i partecipanti al tè danzante, che magari erano venuti solo per vedere, e gli allievi della scuola, con vestiti e acconciature che evocano il mitico 'Gattopardo'.
Cinema e turismo
E il legame con il cinema non manca, così come quello con il turismo. "La prima compagnia nel mondo di ballerini professionisti per la danza storica è italiana – sottolinea il direttore Nino Graziano Luca -. Questo vuol dire anche che veniamo spesso chiamati quando si girano film con scene di ballo storico, ma abbiamo comunque un ricco calendario di esibizioni e spettacoli in Italia e nel mondo; tra i nostri fiori all'occhiello c'è il Ballo delle debuttanti. Ma organizziamo anche grandi balli in costume o tè danzanti a richiesta per gruppi di turisti".
E quest'ultima attività sta dando risalto al ballo come attrazione turistica nazionale, una tra le meno scontate. Infatti nel 'belpaese' non esistono solo le variegate tradizioni folkloriche delle regioni, certamente più antiche; anche le danze di società, tipiche del diciannovesimo secolo e diffuse dal nord al sud, hanno diritto di cittadinanza a pieno titolo nella storia italiana. E non è certo casuale la collaborazione con il Museo delle Arti e Tradizioni popolari. Ma per l'atmosfera evocativa e la grande capacità di coinvolgimento, c'è addirittura la possibilità di creare viaggi tematici dedicati a questo tipo di ballo, visto che la Compagnia ha instaurato solidi rapporti con alcuni alberghi prestigiosi della capitale, e non solo.
"La mia avventura parte da una ricerca sui grandi balli dell'800 presso università e biblioteche europee – spiega Luca . Ho scoperto che i balli di società erano presenti non solo nell'Europa centrale, ma anche in Italia. Per dieci anni ho studiato la parte italiana con l'obiettivo di interpretare il 'codice' della danza storica, che include anche regole di comportamento. La mia Compagnia, nata nel duemila, rappresenta la realizzazione concreta di questo obiettivo. I ballerini provengono dalla danza classica e sono stati selezionati in base alle capacità non solo di esecuzione ma anche di interpretazione. La sede nel Museo delle Arti e Tradizioni popolari all'inizio era una speranza; la sovrintendenza ha colto il significato della nostra iniziativa, e devo dire che abbiamo un rapporto entusiasmante con i funzionari del museo, che è uno dei più attivi e dinamici".
L'atmosfera dei nostri balli dell'Ottocento
Frutto delle ricerche di Luca è anche il libro 'Gran balli dell'800', edito da Curcio e corredato da due cd musicali e da un ricco apparato iconografico. "Nell'800 il ballo era al centro della vita sociale; era anche e soprattutto una questione di status. Ma nel corso degli anni ci sono state trasformazioni importanti - fa notare l'autore - Fino al 1839 il ballo era prevalentemente aristocratico. Poi si aprì anche ai borghesi, con un partecipazione sempre più ampia. Mentre inizialmente i balli si svolgevano nei palazzi nobiliari, l'aumento della componente borghese portò alla costruzione di edifici ad hoc. In Italia, invece, le danze si tenevano nei teatri, dove veniva modificata la struttura della platea, in modo da avere più spazio". Da non sottovalutare l'attività associativa della Compagnia, basata su corsi di ballo e stage. "I corsi prevedono diversi livelli: principianti, intermedio e avanzato (suddiviso in più fasce), con quattro lezioni mensili. L'età media degli iscritti è intorno ai quarant'anni, più donne che uomini. Il repertorio include più di 300 danze, e sono proprio gli allievi ad animare i tè danzanti in programma ogni due domeniche".
Belle da vedere e da ballare, queste danze colpiscono per la loro coralità e vivacità. L'impressione è quella di un flusso continuo in cui tutto cambia, anche la dama o il cavaliere: un giro e via, pronti per il gran finale con la 'quadriglia italiana'! (info www.danzastorica.it)
(Vai in Videogallery per video correlato all'articolo )