Rita Quel suono che ti tocca dentro, ti coinvolge, ti dà una sferzata di energia...è il Taiko, i tamburi giapponesi, magicamente interpretati dal trio al femminile Taiko di Rita Superbi, Catia Castagna e Marilena Bisceglia. Una scelta di vita e di arte che comprende percussione, danza, teatro, arte marziale” e coinvolge tutto il corpo e anche la mente. Spettacoli e seminari. A Ostia a ottobre il primo Meeting Taiko Italia
di Ester Ippolito
“Per me il tamburo è come una lavatrice che lavora con tanta energia: io do energia sporca e il tamburo mi restituisce energia pulita. Quando suono mi sento subito a posto”. Sono le parole di Rita Superbi (a dx foto di Matteo Abati) ,leader del gruppo Taiko di Tamburi giapponesi (Roma / Ostia), insieme a Catia Castagna e Marilena Bisceglia, un trio dinamico e carismatico. Rita Superbi nasce come attrice negli anni 70, matura una grande esperienza di teatro di strada “andando sui trampoli e suonando il rullante”, più altre attività teatrali. Ma una grande passione era dietro l’angolo e stava per sorprendere Rita: i tamburi giapponesi e il loro battito al quale non si sfugge. “Il colpo del tamburo mi è arrivato subito allo stomaco e poi, dopo tante ricerche e studi in Giappone, mi sono legata a questa arte perchè contiene tanto: c’è la percussione, la danza, il teatro, l’arte marziale”.
Con l’arte del Taiko si richiama in primis il battito del cuore, e si tratta di una forma d’arte antica, legata a miti e leggende, protagonista di feste popolari, mentre dagli anni 50 i gruppi di Taiko hanno intrapreso un vero e proprio percorso di rappresentazione artistica. Il termine ‘taiko do’ significa ‘la via del tamburo’ e rappresenta una ricerca dove corpo, mente e ritmo si fondono insieme in un unico respiro.
Esperienza in Giappone
“Per diversi anni, dall 1984 al 1988 - continua Rita- ho cercato contatti con gruppi di Taiko in Europa e anche in Giappone, fino a ritrovare il gruppo giapponese Ondekoza: sono riuscita a passare un periodo in Giappone con loro, a lavorare e suonare, e godere di una splendida ospitalità. Si era creato un ottimo feeling, tanto che mi avevano chiesto di rimanere con loro. Ci ho pensato molto ma sono rientrata in Italia dove per altri due anni ho elaborato quanto appreso, usando per suonare delle tavolette di legno, sperimentando delle performance con la Scuola di Musica di Testaccio e testando presso il teatro Olimpico un laboratorio di Taiko. Da qui il grande salto, la formazione di un primo gruppo Taiko, anche con con elementi maschili, per arrivare alla formazione attuale del nostro trio al femminile, con tamburi realizzati in Italia artigianalmente da Vincenzo Ridolfi (direttore della rivista “Percussioni”), sulla base dei modelli e delle dimensioni mega dei tamburi giapponesi”.
L’arte Taiko
Si susseguono quindi le esibizioni, in Italia e all’estero, e la partecipazione a Festival. Un trio ricco di energia, che si presenta in scena in nero, lunghi pantaloni stile palazzo, fasce nere in vita, talvolta dei tocchi di colore (a dx foto Matteo Abati).
“L'abbigliamento può essere vario, poi ognuno ci mette del proprio", sottolinea Rita. "Con l’arte Taiko tutto il corpo viene coinvolto, si danza mentre si suona, si incrociano e si integrano anche altri spunti etnici , e il risultato sono emozioni forti per chi suona e per chi ascolta. E’ una forma di spettacolo che spesso si abbina anche a una parte di Body Percussion e attraverso il battito e il ritmo si arriva davvero a tutti superando qualsiasi barriera linguistica”. Accanto agli spettacoli Rita sviluppa anche una intensa attività di insegnamento, seminari che coinvolgono anima e corpo e fanno sentire meglio i partecipanti che assorbono la magia e la forza di questi suoni. “Il lavoro dei seminari è abbastanza impegnativo e prevede innanzitutto una preparazione fisica che precede il lavoro sui ritmi legati al movimento delle braccia e di tutto il corpo; elementi di danza tra cui danza giapponese e maculele’ brasiliano; elementi di body percussion come lavoro preparatorio al ritmo e alla dissociazione delle varie parti del corpo per la costruzione di ritmi”.
Il confronto. Primo Meeting Taiko Italia
Il 2016 segna un momento importante per la storia italiana del Taiko perché Rita e Catia sono state promotrici del primo Meeting di gruppi di percussioni giapponesi (taiko) attivi sul territorio italiano, che si è svolto tra il 29 ottobre e il 31 ottobre a Roma Ostia al Teatro del Lido (foto Matteo Abati): incontri, laboratori, uno spazio collettivo dedicato ad artisti che si interessano di cultura giapponese (musica, calligrafia, shibari, carta, cerimonia del tè, danza butho, origami, ikebana), e una performance finale nell’atmosfera magica della notte delle streghe: “STREGHE, DEMONI E TAMBURI”, dove “le streghe hanno incontrato i demoni tradizionali giapponesi per un sabba di ritmo e colori”.
"L’obiettivo- spiega Rita- era quello di riunire gruppi italiani di Taiko, conoscerci, scambiarci esperienze sul nostro impegno artistico, puntando sulla condivisione e non sulla competizione, cercando di capire le caratteristiche di ogni gruppo. L’adesione è stata abbastanza buona, hanno partecipato alcuni gruppi provenienti da Lecco, Genova, Parma e Bari, altri avrebbero aderito ma avevano altri impegni. Si è creato un buon clima di amicizia e collaborazione e l’idea è di proseguire su questa strada anche il prossimo anno. Lo spettacolo finale ci ha visto suonare tutti insieme armonizzando stili individuali e tamburi, flauto giapponese e danzatori Butoh e l’effetto è stato senz’altro forte e particolare. Perchè ognuno ha portato qualcosa di proprio”. (foto sopra Matteo Abati)
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Rita Superbi inizia la professione di attrice nel 1979 e si forma professionalmente con vari maestri e gruppi teatrali impegnati nel settore del teatro di ricerca: Teatro Laboratorium (Polonia); Odin Teatret (Danimarca); Teatro Tascabile (Italia); Teatro Potlach (Italia); John Kalamandalam (India); Ileana Citaristi (Italia); I Made Pasek Tempo (Bali/Indonesia). Nel 1983 partecipa alla fondazione del gruppo “Abraxa Teatro” con cui lavora fino al 1994. Porta il proprio lavoro in tutta Italia e all’estero (Olanda, Germania, Danimarca, Francia, Svezia, Turchia, Brasile e Giappone). Nel 1988 si reca in Giappone presso il gruppo di percussionisti giapponesi Ondekoza per studiare la tecnica del tamburo giapponese (Taiko). Nel 1994, fonda il gruppo Taiko Do e si dedica pienamente al lavoro sulla tecnica delle percussioni giapponesi presenziando in molti festival internazionali, rassegne di teatro, danza e musica e trasmissioni televisive. Nel maggio 2003 partecipa al Festival di Belgrado “Theatre as a way of healing” organizzato dal “Dah Theatre Research Centre” . Da questa partecipazione nasce una collaborazione con il Dah Theatre con l’intenzione di costruire gruppi di studio e di lavoro che vedono coinvolti artisti di paesi diversi. E proprio grazie a questa ultima esperienza, Rita Superbi forma un nuovo gruppo, il gruppo Taiko, con cui amplia la propria ricerca sullo studio delle diverse possibilità della tecnica della percussione giapponese e il suo impiego nei campi più vari collaborando con musicisti, attori, cantanti, danzatori, scuole di arti marziali.