Una voce che si impone nei vari generi musicali che affronta: popolare, world musica, romanesca. Danzatrice e musicista, Lavinia Mancusi, giovane, bella, vivace, vive di musica fin dalla sua tenera età, assorbendo l’amore per il canto e l’arte già in famiglia
di Ester Ippolito
"Mi chiamo Lavinia. Da piccola odiavo il mio nome: nessumo lo capiva. Oggi, invece, mi piace... Lavinia, nel mito, è la sposa di Enea…Il concetto di mito, di notte dei tempi, di età dell’ oro mi ha sempre affascinato e questo amore è palese anche nella musica che ho scelto per la mia vita. La musica tradizionale parla, in un certo senso, di un mondo che non c’ è più ma che si ha ancora il bisogno di evocare perché foriero di insegnamenti per il presente e perché parla al cuore umano delle proprie radici, della propria cultura, quindi della propria dignità"
Con queste parole, dal suo sito ufficiale, Lavinia Mancusi si presenta: un nome e un destino. Giovane musicista, cantante, interprete autorevole della tradizione popolare italiana, di quella romanesca e world music, danzatrice, esperienze teatrali che le regalano l'arte di stare in scena, Lavinia vive di musica e di musica ha vissuto fin dalla sua tenera età – ha iniziato a suonare violino a sette anni - studiando e assorbendo l’influenza e l’amore per il canto, l’arte, la musica già in famiglia. “Sono figlia di genitori campani – racconta Lavinia - amanti della musica dei popoli, che ascoltavano Murolo, de Andrè...., questa è stata l’aria che ho da sempre respirato in grande libertà- dice. Ad oggi ha collaborato con la maggior parte degli artisti che rappresentano, sulla scena romana, il meglio del panorama popolare e world: Ambrogio Sparagna, Raffaello Simeoni, Gianni Berardi, Gianluca Zammarelli, Olen Cesari, Matteo D’ Agostino, Raffaele Pinelli, Mauro Bassano e Silvano Boschin. E' voce e violino anche della Takadum Orchestra e Medfree Orkestra. Ed è stata la voce femminile del recente tour di Mannarino. Tra i suoi ultimi lavori discografici Semilla (La “semina”) , un progetto e produzione del percussionista Gabriele Gagliarini, che propone il frutto dell'incontro di più culture musicali che tra affinità e scoperte si integrano e intersecano come stimolate da un vento di semina che spira dall’Italia al Mediterraneo e dal Mediterraneo all’Italia. Tra le sue varie collaborazioni, la partecipazione al trio femminile di musica popolare ed etnica Lamorivostri (recente esibizione ad Altrevie), un nuovo progetto grazie al quale le tre musiciste - Lavinia più Monica Neri e Rita Tumminia - interpretano la musica tradizionale, da quella italiana alle sonorità rom, dalla canzone d'autore alla poesia popolare.
B&V- Da dove arriva la tradizione romana che interpreti con cuore, passione e ironia?
Lavinia- Sono nata al Fatebenefratelli, in mezzo al Tevere, e questo ha voluto dire qualcosa. In maniera autonoma e spontanea ho scoperto il carattere romano, mi sono avvicinata ai suoi ritmi e alla musica - qualcosa di meno raffinato della melodia napoletana- ma molto vero che mi è cresciuto dentro. Della canzone e tradizione romana mi piacciono molto i personaggi e il modo di raccontare delle storie.
B&V- Risale al 2006 l'incontro con Nando Citarella e la musica popolare con l’esperienza de I Tamburi del Vesuvio: scintilla o rafforzamento del tuo percorso ?
Lavinia- Incontro importante, Citarella è stato il mio maestro ma il terreno in me era già fecondato. Grazie a lui ho avuto l’opportunità di fare esperienze valide e forti sul palco , di acquistare consapevolezza e di rafforzare la mia vocazione.
B&V- Anche la danza fa parte del tuo background artistico?
Lavinia- Senza dubbio, anzi sono nata danzatrice e ho iniziato con classico e contemporaneo. Sul piano della danza popolare, la considero nella sua essenza e qualità di vera cultura orale, e non ho sentito la necessità di lezioni ma ho guardato e reinterpretato. La danza, per me, ha dei precisi step: consapevolezza dello spazio, scena, ovvero agire nel proprio spazio, eleganza e movimento. Questo tris mi ha sempre aiutato. Sono appassionata dei ritmi mediterranei, echi del Marocco, della Spagna, della danza popolare italiana ,della danza di matrice religiosa. In certe danze sento su di me davvero l’effetto terapeutico. Amo tutti i ritmi dalla pizzica alla tarantella, penso sia bello danzare in scena ma anche nelle piazze nelle feste, in mezzo alla gente proprio per non perdersi.
B&V- Cosa pensi di questa esplosione della musica popolare?
Lavinia- E’ vero, viviamo un momento di grande fermento ma siamo sempre portati a ragionare per etichette: nella musica popolare ci sono tante realtà., ed è un genere che fa parte del nostro tempo, non frutto di cariatidi di un’epoca passata, o qualcosa di pittoresco confinato in qualche luogo, in qualche riserva. Il folk italiano raccoglie tante realtà regionali che vivono e assorbono nuove realtà e nuovi incontri. E’ qualcosa di vivo e di quotidiano. Io nella tarantella sento il Nord Africa perchè ci è vicino tutti giorni nelle persone che incontriamo e frequentiamo. Il problema, però, è che all’estero i nostri bravi cantanti di musica popolare richiamano un grande pubblico, che magari non capisce una parola ma segue con entusiasmo. Qui da noi è molto diverso.
B&V- Semilla, progetto discografico importante e significativo. Cosa c’è adesso dietro l’angolo ?
Lavinia- Dietro l’angolo c’è Semilla 2, atto secondo del progetto di Gabriele Gagliarini con la collaborazione di Riccardo Medile, produzione Helikonia, che parte sempre da questa idea di Gagliarini che i suoni del mondo, partendo dalle percussioni, si sanno incontrare e parlare tra loro. Questa volta ci sarà anche un contatto con musiche digitali. E poi sto lavorando alla realizzazione di un album da solista che prevede una selezione di brani che sento molto, compresa la tradizione romana.
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Chi è Lavinia Mancusi
Romana (genitori campani), è interprete della musica tradizionale italiana e della world music. Inizia a studiare musica (violino) a sette anni presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio con il Maestro Massimo Pastorello. Agli anni dell' infanzia e dell' adolescenza risalgono le prime esperienze nel coro di voci bianche di Amedeo Scutiero e dell' orchestra d' archi di Luca Ranieri, sempre presso la SPMT, e nel corso degli anni approfondisce lo studio del violino con validi maestri. Risale al 2006 l' incontro con la musica popolare attraverso Nando Citarella che fino al 2010 è suo maestro di canto lirico e popolare e percussioni italiane. Dal 2008 al 2011, in qualità di danzatrice prima e di cantante e violinista poi, fa parte della formazione Tamburi del Vesuvio sotto la direzione di Citarella. Nel corso degli anni perfeziona la tecnica vocale con insegnanti rinomati come Lucilla Galeazzi e Gabriella Aiello. Con Daniela Carletti studia canto classico e jazz. Attualmente è voce e violino della Medfree Orkestra, con la quale ha inciso il disco "Pensiero Mediterraneo", novembre 2012, e della Takadum Orchestra di Simone Pulvano, con la quale ha inciso il disco "Takadum...suoni al confine". Con Gabriele Gagliarini , percussionista e produttore, da oltre dieci anni si occupa della diffusione della musica tradizionale in genere in particolare di quella del Mediterraneo, è produttrice della sua opera prima "Semilla" (gennaio 2013).