Un pensiero armonico che si nutre di poesia, musica e danza e che guarda alla filosofia Sufi, guida l'attività artistica di Pejman Tadayon, musicista e pittore, nato in Iran a Isfahan, e in Italia dal 2003. Un lavoro discografico, Universal Music Sufi e spettacoli che intrecciano la musica tradizionale persiana, la poesia mistica e la danza derviscia al femminile
di Ester Ippolito
"Molte strade portano a Dio. Io ho scelto quella della danza e della musica ". Rumi
Pittore, musicista e compositore, viene da una delle più belle città dell’Iran , antica Persia, Isfahan. E’ Pejman Tadayon, in Italia dal 2003, dove svolge una ricca attività musicale legata sia al contemporaneo che alla musica persiana suonando gli strumenti tradizionali (setar, ney, tar, oud, tombak e daf), svolgendo un’attività di docente, perseguendo un’opera di diffusione della cultura persiana e collaborando con musicisti occidentali per creare nuove armonie. Ed è a lui che si deve la creazione di una serie di spettacoli, l’ultimo in ordine di tempo il 12 aprile scorso all’Auditorium di Roma (produzione Helikonia), “Musica, poesia e danza Sufi”, ispirato agli antichi poeti mistici persiani : Jalalludin Rumi, Hafez, Omar Khayyam.
Intrecciando armoniosamente, e talvolta in modo magico, poesia, musica e danza, riportando sulla scena il ritmo e mistero della danza Derviscia, dove la preghiera assume la forma di danza fino ai giri vorticosi e al trance, Pejman diffonde un messaggio universale di armonia e pace fra tutte le religioni e le culture, e invita alla spiritualità, a una visione più armonica della realtà, avvicinando al tempo stesso il pubblico occidentale alla cultura del suo paese. Sul palco, dominante il colore bianco per musicisti e danzatori, la melodia di musiche tradizionali e canti, sia in italiano che in lingua originale tratte dal suo ultimo lavoro discografico Universal Music Sufi, con il supporto del Pejman Tadayon Ensemble e la bella e intensa voce di Martina Pelosi, il supporto video di miniature persiane e versi dei poeti che illuminano il loro cammino spirituale e anche la gioia della vita, dell’amore, della bellezza femminile, e di tutto ciò che rappresenta Dio.
Infine la suggestione del Corpo di ballo femminile Sufi, otto danzatrici con background di danza orientale, che hanno interpretato con eleganza e sacralità la danza Derviscia, i magici giri che si ricompongono nella razionalità, accanto a passi di danza in libertà di ispirazione indiana e persiana. La danza derviscia (dervish parola persiana) la si conosce soprattutto come danza al maschile, anche se in alcune miniature persiane si trova anche al femminile. Come è stato sottolineato dallo stesso Pejman, questa scelta “ al femminile” del gruppo va interpretata anche come un omaggio alla donna, penalizzata dalla cultura islamica.
“Siamo otto danzatrici- racconta Valentina Manduchi (Apasaras Dance), una delle ballerine - frutto di un progetto nato la scorsa estate, ma che si prefigge di rimanere stabile. Il gruppo di danzatrici è molto unito, tornerà in scena nel mio spettacolo di giugno "Viaggio nell'india che danza", dove tratteremo anche del sufismo, e Pejman Tadayon vorrebbe portarlo in giro per l'Italia nei migliori teatri. Speriamo che l'iniziativa abbia tanto successo, perché è davvero unica nel suo genere”.
B&V- Peyman, parlaci del tuo spettacolo edizione 2014, che rispetto allo scorso anno è stato ancor più ricco di effetto scenografico e non solo …
Pejman- Quest’anno, effettivamente, grazie a una sala dell’ Auditorium più grande (Sala Petrassi), siamo riusciti a offrire uno spettacolo più completo ed elaborato, una scelta più ricca di video di accompagnamento, e per la prima volta abbiamo fatto ballare e roteare otto danzatrici in un spazio comunque ristretto. Dall'osservazione delle miniature persiane, dei loro colori, della foggia dei vestiti, aspetto al quale sono particolarmente sensibile essendo anche pittore, nascono le coeografie e le idee dei costumi. La danza Derviscia , che nei vari paesi in cui si pratica ha caratteristiche diverse, ha un suo comune denominatore nei giri . Nello spettacolo le danzatrici, giri a parte, sono state poi libere di interpretare la musica di sottofondo secondo il loro sentimento. Anche la parte musicale si è presentata arricchita, con una orchestra di ben otto elementi, con l’aggiunta del basso e della batteria, strumenti assolutamente occidentali e legati al rock e al pop che si sono armonicamente uniti in modo molto delicato alle nostre melodie. E’ stata molto bella, inoltre, la sentita partecipazione del pubblico al zikr, un coro collettivo cui generalmente partecipano uomini, donne e bambini, un momento di unione dedicato al Dio universale recitando le parole …la ilaha illallah..
B&V- Lo spettacolo segue le tracce del tuo ultimo lavoro discografico Universal Sufi Music (2013). Qual è il filo conduttore?
Pejman- Universal Sufi Music è totalmente ispirato agli antichi poeti persiani , in particolare Rumi, poeta Sufi, e Khayyam non conosciuto come Sufi ma mistico e scienziato, ricercando nei loro versi e nella loro metrica spunti, stimoli e immagini, elaborando canzoni basate sui loro versi o reinterpretando dei loro messaggi. Nasce da qui il mio lavoro, che parte da molto lontano e si riflette poi sul palcoscenico.
B&V- Come hai raccontato sul palco, hai respirato l’atmosfera delle confraternite Sufi fin da piccolo assorbendo musica, poesia e filosofia, oggi linfa del tuo pensiero. In sintesi, qual è il messaggio spirituale che ti guida e che vuoi offrire ?
Pejman- Il pensiero Sufi per me non è strettamente legato alla religione o a una religione, va ben oltre, è legato all’arte, alla musica, alla danza e anche alla scienza, è un cammino spirituale. E' un pensiero che invita innanzitutto a dubitare sempre delle cose che ci insegnano, quindi ad avere una capacità critica. In secondo luogo a coltivare l'arte, sia poesia, musica, pittura, danza eccetera, tutti strumenti attraverso i quali ci si avvicina alla realtà , si conquista libertà e dignità. Anche la scienza aiuta in questo percorso, e per me ,per esempio, Einstein è un grande Sufi. Altri principi sono poi tolleranza, armonia tra i pensieri religiosi, come esiste in tutte le belle filosofie del mondo, rappresentate da nomi diversi, di cui l’elemento principale è la spiritualità, poco sentita in Occidente dominato dalle leggi dell’economia e della finanza. Seguendo questa ispirazione Sufi, si accende una capacità critica, non ci si arrende alla crisi ma se ne cercano le vere ragioni, si agisce con dignità, non ci si arrende schiavi del potere delle banche e della società, si cerca la libertà e si acquista di conseguenza una consapevolezza nelle nostre scelte politiche. Attraverso l’arte e la musica persiana, io inoltre riesco a svelare aspetti poco noti della cultura persiana e del mio paese di cui si parla molto poco e solo per motivi politici . E’ un lavoro culturale che fa crescere e che fa bene a tutti e che può essere più utile di una protesta.
B&V- Cosa si suona e si danza nell'Iran di oggi ? E' vero che il Sufismo è molto seguito dai giovani?
Pejman- Nell’Iran di oggi, la danza come forma di spettacolo è ancora assolutamente vietata, ed è impensabile uno spettacolo come il nostro: le donne portano il velo e non hanno il permesso di danzare. Anche se segretamente e in privato, nelle case, nei matrimoni, la danza viene esercitata, perchè è un fuoco vivo. Dopo la rivoluzione del ’79, e il divieto per la danza e la musica, per molti giovani l 'avvicinarsi alla musica mistica, se non vogliamo proprio parlare di Sufismo, è diventato un modo per portare avanti una ricerca musicale, e affrontare anche la realtà politica, rimanendo pienamente nella cultura islamica e persiana.
B&V- Sei in partenza per Folk Nostrum (10-13 maggio), un laboratorio galleggiante in mezzo al Mediterraneo sulla rotta Civitavecchia Barcellona, dove terrai un laboratorio proprio sulla musica, danza e pensiero Sufi. Quali le aspettative ?
Pejman- Faccio diversi seminari su questo tema ma nell’ambito di Folk Nostrum, con il progetto Passaggio ad Oriente, sicuramente ci sarà un ’atmosfera particolare: viaggiando, guardando il mare e trovandoci in mezzo al Mediterraneo, saremo tutti coinvolti in modo diverso, io docente e i corsisti.
"Io non sono né cristiano né ebreo,
né magio né musulmano.
Io non sono dell'Est né dell'Ovest,
né della terra né del mare". Rumi
VIDEO CORRELATO IN VIDEO GALLERY (MUSICA)
I protagonisti
Pejman Tadayon Ensemble
Pejman Tadayon: oud, canto
Martina Pelosi: canto, harmonium
Carlo Cossu: kamanche, viola
Simone Pulvano: percussioni
Massimiliano Barbaliscia: tastiera, santur
Alessio Artoni: bansouri, flauto
Paolo Di Mardo : basso
Fabiano Giovannelli: batteria eletrica
Corpo di ballo Femminile Sufi
Valentina Manduchi, Aradia Danza, Silvia Layla, Jolina Bellydance, Daniela Raia, Zaira Giannotti, Francesca Amrita Apsaras Rocchi, Francesca Rasi
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Le foto di Valentina Manduchi e del gruppo di danzatrici e musicisti sono di Mauro Sarapacchi. Le altre di BallareViaggiando
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Chi è Pejman Tadayon
Nasce a Esfahan (Iran), dove inizia a studiare il Radif (repertorio antico di musica classica Persiana) e gli strumenti persiani (târ e setâr) in giovane età con i maestri Kamran Keyvan, Mohammed Reza Lotfi e Behrooz Hemmati. Si trasferisce prima a Firenze, dove studia composizione presso la Scuola di Musica di Fiesole e pittura all'Accademia di Belle Arti, poi a Roma, dove collabora con il gruppo di musica tradizionale persiana “Sarawan – Tamburi d’Iran” e con diversi musicisti tra i quali Paolo Vivaldi, con cui ha pubblicato l’album “Chador”. Nel 2006 fonda il gruppo di musica tradizionale persiana “Navà” con cui incide il cd “Viaggio nei colori” . Partecipa come attore e musicista al film “L’ultimo Pulcinella” di Maurizio Scaparro con Massimo Ranieri; poi di nuovo con Scaparro , portando in scena la commedia teatrale “Polvere di Baghdad” . Fonda il gruppo “YAR” (Iran,Italia,India) con Andrea Piccioni e Sanjay Kansa Banik e publicano il cd “Yar Ensemble”. Collabora con Moni Ovadia e l’Esquilino Young Orchestra come insegnante di oud e percussioni. Nel 2010 viene pubblicato il secondo cd del gruppo Navà “Hilat”. Nel 2012 collabora con Silvio Orlando come attore e musicista. Fonda il "Pejman Tadayon Ensemble", progetto dedicato alla spiritualità e al Sufismo; nel 2013 viene pubblicato il cd "Universal Sufi Music".