Quest’anno si sono celebrati i 100 anni del Samba (1916-2016), un evento che ha visto il lancio di molte iniziative tese a festeggiare questa componente culturale così importante e significativa per tutto il Brasile. Tra gli eventi in calendario anche una tavola rotonda presso l’Aula Magna del Dipartimento di Archittettura dell’Università di Roma (2 novembre scorso) alla presenza dell ' Ambasciatore Ricardo Neiva Tavares, che ha lasciato solo poche settimane fa il suo incarico. Un incontro introdotto da Mario Panizza, rettore, che si è poi dipanato tra immagini, parole e musica per raccontare le origini del Samba con l'intervento di Patrizia Giancotti, antropologa e fotografa, della cantante Aline Calixto, del cantautore brasiliano Zé Galía e dei musicologi esperti di musica brasiliana Luca Lombardo e Luca Bacchini. Introduzione del rettore Mario Panizza e conduzione del giornalista Max De Tomassi
di Ester Ippolito
L’anima profonda dell’Africa, spirito religioso, antiche culture, ritmo, energia del Carnevale, bellezza, gioia: tutto questo, e non solo, è il Samba, musica e danza popolare che è piena espressione della “brasilianità” , una bandiera del paese, lontano da ogni stereotipo cui possiamo essere abituati. Quest’anno si sono celebrati i 100 anni del Samba (1916-2016), un evento che ha visto il lancio di molte iniziative tese a festeggiare questa componente culturale così importante e significativa per tutto il Brasile. Tra gli eventi in calendario anche una tavola rotonda presso l’Aula Magna del Dipartimento di Archittettura dell’Università di Roma (2 novembre scorso) alla presenza dell' Ambasciatore Ricardo Neiva Tavares, che ha lasciato solo poche settimane fa il suo incarico.
Un incontro introdotto da Mario Panizza, rettore, e condotto dal giornalista Max De Tomassi, che si è poi dipanato tra immagini, parole e musica per raccontare le origini del Samba, le sue mille influenze, la sua storia, l’importanza del ruolo femminile: Patrizia Giancotti, antropologa e fotografa, ha illustrato le origini africane della danza anche attraverso le fotografie raccolte nei suoi numerosi viaggi in Brasile dove, nelle sue ricerche, ha collaborato strettamente con Jorge Amado. Accanto a lei la cantante brasiliana Aline Calixto (nella foto a sinistra) , sambista tra tradizione e stile contemporaneo, che il 3 novembre ha tenuto un concerto al Parco della Musica di Roma "Centenaro do Samba". Aline ha sottolineato il ruolo delle donne nella storia del samba in varie epoche "forse ingiustamente poco ricordate" .
Infine il cantautore brasiliano Zé Galía con la sua chitarra ha accompagnato la storia di stili e interpretazioni del samba raccontata dal musicologo Luca Lombardi. A conclusione l'intervento del musicologo Luca Bacchini sulla influenza della musica brasiliana nella cultura italiana.
Un quadro ricco, pieno di spunti , curiosità, viaggi nel passato che ha dato nuova vita a questo ritmo centenario, nato ufficialmente a fine 1916, quando venne registrato il primo Samba Carnevalesco, e ai primi del 1917 quando venne inciso il primo disco “Pelo Telefone” - di Donga (Ernesto dos Santos) e di Mauro Almeida. Una firma “autoriale”, nonostante il Samba fosse in realtà frutto di estro collettivo e condivisione musicale. Il successo che ne seguì portò il nuovo genere fuori dai ghetti neri e si apri un grande cammino artistico condiviso da grandi artisti.
Il vento dell’Africa raggiunge le Americhe
Per andare alle lontane origini del Samba, assai anteriore alla sua nascita uffciale del 1916, come ha spiegato Patrizia Giancotti, bisogna fare un viaggio che ci porta tra l’Africa e il Brasile, e Bahia è il luogo naturale che ha dato luce all'embrione del Samba. “All'epoca dello schiavismo, è dall’Africa che sono arrivati popoli che hanno seminato musica in vari paesi, basti pensare alla rumba a Cuba, allo stesso tango in Argentina, e al Samba in Brasile, appunto”. Bahia era l’avamposto del traffico degli schiavi, quindi un posto chiave perchè la disperazione e nostalgia, senso del ritmo e spirito religioso che ogni uomo /donna portava con sè, potevano attecchire: lo spirito Yuruba, riti propiziatori, leggende che raccontavano come la danza fosse un regalo degli dei per ristabilire il rapporto tra il proprio corpo e il divino, richiamando l’attenzione proprio con il suono dei tamburi. Sincretismo, contaminazione tra i propri dei legati al mare, protettori nel lungo viaggio in mare degli schiavi, e miti mediterranei (sirene) e temi cristiani hanno lavorato nell'animo umano e nell'esternazione dell'arte musicale e coreutica. Un vero viaggio dell’anima e del corpo.. “Da non sottovalutare, inoltre, il ruolo delle donne capofamiglia a Salvador di Bahia e la loro funzione nelle cerimonie religiose, dove ognuno tira fuori il proprio sè, tra ritmica, devozione e bellezza".
Da Bahia a Rio de Janeiro, improvvisazione e condivisione
Con la fine della schiavitù (1888), ci fu una migrazione di ex schiavi da Bahia a Rio de Janeiro, città moderna e cosmopolita che divenne così il luogo di sviluppo e diffusione del Samba. Per molti anni ancora patrimonio delle classi più povere, il Samba si plasma nelle sue varie forme in case private dove si riuniscono artisti che condividono e sperimentano la propria musica e danza. Padrone di casa le bahiane, artiste, cuoche di prim’ordine, cerimoniere di riti candomble dette Tias (zie), e particolarmente famosa Tia Ciata. E' in questo fermento che si arriva alla prima registrazione del 1917 del "Samba carnevalesco" , segnando la data ufficiale di nascita di un genere popolare che diventa “un dispositivo di allegria, qualcosa che mette al bando la tristezza”, in grado di attirare negli anni seguenti molti artisti di livello , richiamando anche il cinema (Orfeo Negro), varcando i confini del Brasile, facendo esplodere il mito di Carmen Miranda e del suo tropicalismo, e sviluppando la sua musica in mille rivoli di creatività.
Samba e Carnevale
Il Samba è anche Carnevale. E il Carnevale è Samba. Per festeggiare il Carnevale, oggi strettamente legato alle Scuole di Samba, alla loro competizione, sfarzo e colori, già prima della loro nascita si sviluppavano cortei di percussionisti e danzatori al ritmo di Samba. “Anche qui - parole di Giancotti- si legge il passaggio da cerimonie religiose dedicate ai santi a processioni che al posto del santo mitizzano il corpo umano, la bellezza maschile e femminile, ogni parte del copro è portata in trionfo in una celebrazione della vita corporea". A seguire, dagli anni ’30, il grande sviluppo delle Scuole di Samba (la prima nasce nel 1929 a Estácio, tradizionale quartiere bohemien e malfamato della citta), fenomeno che in breve conquista tutta la città di Rio. E il mondo. Oggi il Sambodromo, dove sfilano le migliori Scuole di Samba, è una delle maggiori attrattive di Rio, e il Carnevale attira oltre 75.000 spettatori mentre nelle strade sfilano 5 milioni di persone. Il Samba, con i suoi rivoli ed evoluzioni, rimane lo specchio della multietnica società brasiliana, " un qualcosa che non è più indigeno, non più africano, ma qualcosa di nuovo e di vero".
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