Cantante, chitarrista, musicista, Donatello si è “fermato qui”: lo abbiamo incontrato ad Albinia per un concerto di piazza insieme a Giuliano dei Notturni . Musica, prigrizia e tanta voglia di cantare anche con i colleghi degli anni 60/70
di Elio Ippolito
“Piatto ricco, mi ci ficco” recita una massima popolare e Giuliano Illiani,il ben conosciuto Donatello non ci ha pensato due volte. Ha raccolto l’invito settembrino della pro loco di Albinia per un concerto in piazza in occasione della rituale Sagra del cinghiale, dove oltre le consuete capacità artistiche ha mostrato di saperci fare anche a tavola. Compagno di “merende”, pardon di palco, per il concerto a due, un altro ambasciatore degli anni 60/70 vale a dire Giuliano Cederle, il più conosciuto dei “Notturni” italiani, sempre trascinante con il suo " Ballo di Simone".
B&V- Ti devo chiamare Donatello o preferisci il tuo vero nome Giuliano?
D. Ti rispondo con un aneddoto che girava in tempi ormai trascorsi e cioè: “in Italia esistono tre Don…. Il primo di questi è Don Backy, il secondo è Don Mazzi il terzo è Don Atello ! Per il resto fai tu! “
B&V- Ok , raccontaci qualcosa dei tuoi recenti impegni e aggiornaci su qualche novità futura o progetto…
D. Per quanto riguarda l’attività recente ed attuale non ci sono grandi novità in quanto -come forse saprai- io continuo i miei concerti sia nelle piazze che nei teatri italiani: questa sera io e l’amico Giuliano (dei Notturni) non abbiamo avuto la possibilità di esibirci nella bella piazza del paese per via del diluvio e siamo stati dirottati sotto i capannoni della sagra del cinghiale. L’attività artistica di noi cantanti anni 60/70 ci porta ad avere impegni a volte solitari e accompagnati dalla band oppure insieme ad alcuni colleghi nei vari teatri italiani a riproporre, magari riarrangiati, i nostri inossidabili successi. In queste situazioni ci troviamo bene ed anzi, nonostante i mugugni che ogni tanto vengono sollevati da qualcuno di noi sul mercato che ci ha un po’ dimenticato, non riconoscendo i valori che tuttora portiamo in giro, ti confermo che ancora lavoriamo e ci divertiamo insieme alla gente che viene ad ascoltarci…..cosa c’è di più bello? Giuliano dei Notturni, con me stasera sul palco, è uno dei più trascinanti nel promuovere i nostri incontri con il pubblico e quando questo accade, tutti noi interpreti delle canzoni anni 60/70 siamo molto felici di ricompattarci davanti al nostro pubblico anche perché abbiamo un comue modo di intenderci. Se vai a vedere quante persone guardano i nostri video su Youtube, ti dico che ci sono numeri davvero interessanti. Mi hai chiesto dei progetti futuri….ti accenno solamente -ma non ti dico di più per scaramanzia- che ho scritto tre brani che si agganciano bene ad un interprete (?) che va per la maggiore…… e mi auguro che la cosa vada a buon fine.
B&V Ti capita di fare dei lavori in affiancamento ad altri artisti?
D. Capita spesso che noi cantanti e autori ci incontriamo e ci confrontiamo più di quanto sembri proprio per restare attivi nel mercato musicale.
B&V- Qualche volte ripensi al tuo folgorante inizio carriera?
D. Prima del 70 facevo parte di una band e facevo la mia “gavetta”; in seguito ebbi la fortuna o la capacità di entrare come chitarrista nella band che accompagnava Gianni Morandi nei suoi spettacoli, poi presentai alla Ricordi come solista il brano “Io mi fermo qui” e con quello andai a Sanremo, era il 1970, in coppia con i “Dik Dik “. Feci altri 3 Sanremo e ricordo volentieri quello dell’anno seguente dove cantai “Come è dolce la sera” che venne eseguita anche da Marisa Sannia. E’ ovvio che sono molto legato al suo ricordo e sottolinea sempre questa cosa nei miei concerti. Dopo i successi di “Io mi fermo qui” e “Malattia d’amore” (presentata al Festival di Venezia), è stato difficile mantenere quelle posizioni per lungo tempo, però è anche vero che non mi sono mai fermato ed ho continuato le mie ricerche e sperimentazioni musicali.
B&V- Guardando indietro, puoi rimproverarti qualcosa, magari occasioni perdute o qualcosa che ha rallentato la tua corsa?
D. Io credo che ognuno abbia il proprio destino ed il proprio percorso, devo dire che il mio difetto maggiore è la pigrizia….a volte mi lascio andare…..ma questo sono io, a volte non so neppure che giorno sia (!) , per dirti il mio atteggiamento verso le cose pratiche .Ma anche con la pigrizia al mio fianco mi sento sempre in attivo, e così vedo anche tutti i miei “cari colleghi cantanti 60/70”….. riusciamo sempre a far qualcosa di concreto nonostante la testa tra le nuvole!
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