“Tenco e gli altri”: nel libro di Paolo Logli, innamorato della musica, rivivono sei personaggi non da poco (Luigi Tenco, Jimi Hendrix, Pergolesi, Haydin, Giacomo Puccini e Cesare Bixio) tra umanità e amore delle note. L’incontro con uno scrittore eclettico che, come scrive Renato Marengo nella prefazione al libro, “sottofonda”
tutto quello che scrive….
di Ester Ippolito
“Sa cosa mi dava l’impressione? Che Luigi avesse una punta di sorriso quando suonava..Era come se avesse la voglia di ammettere che in quel momento le cose andavano meglio….” (da “Dunque lei ha conosciuto Tenco?”)
“Sono cresciuto sentendo musica nella balera di mio padre (River club), là sulla spiaggia di Marinella di Sarzana, tra Toscana e Liguria, da giovanissimo mi sono inzuppato di rock e suonavo sassofono e chitarra, da adulto mi sono avvicinato alla musica classica e lirica… “ Si racconta così Paolo Logli, ligure di la Spezia, scrittore (anche di noir), autore televisivo, teatrale e cinematografico, personalità eclettica, che ama spaziare tra vari generi, cavalcandoli con disinvoltura, e che ha da sempre la musica in testa e nel cuore, e la voglia di sperimentare nuove cose. La musica nelle sue opere ha sempre un ruolo: protagonista, sottofondo, intervallo… E poiché Logli sa giocare bene con le parole e anche con le note con questa sua ultima pubblicazione “Tenco e gli altri”, edizioni cut up, con prefazione di Renato Marengo, un legame di trentennale amicizia e cose belle fatte insieme, prende realtà uno dei tanti sogni di Logli, ovvero “il tentativo di contaminare il teatro di parola con la canzone, in un territorio a metà strada tra il recital e il monologo”. Ed ecco che sei personaggi / protagonisti della musica universale, assai diversi tra loro per epoca e spirito, si riuniscono insieme in questa opera legati e accomunati dalla forma del monologo teatrale, mentre accanto alle parole scorre la musica stessa.
Luigi Tenco, uno stretto legame
Luigi Tenco, il primo, l’apripista di questo percorso. A seguire Pergolesi, Giacomo Puccini, Haydn, Bixio e Jimi Hendrix. Ecco i sei personaggi non da poco, i cui monologhi sono stati scritti nell’arco di un decennio dall’autore, alcuni su commissione, altri no, ma in queste pagine diventano tutti incontri unici. Ed è Logli stesso che ci racconta la genesi di questo libro attraverso il quale si rispecchiano un po’ tutte le sue anime musicali.
“Il libro si chiama “Tenco e gli altri” – racconta - perché Tenco fa parte del mio bagaglio personale, anche se non l’ho chiaramente conosciuto, ma ho respirato la sua aria, ho avuto la fortuna di venire a conoscenza di tanti aneddoti legati alla sua vita e al gruppo di amici cantautori della scuola genovese, Paoli compreso, grazie ai racconti di prima mano di Arnaldo Bagnasco che ascoltavo come incantato. Da lui ho appreso l’episodio di Tenco sui binari di notte di cui si parla nel suo monologo. E delle gare a rischiare anche la vita tra Paoli e Tenco... Ho avuto per tanto tempo Tenco nelle orecchie e l’ho vissuto attraverso le canzoni di De Gregori, Guccini e altri. Ho da sempre riconosciuto il suo valore musicale, di vero cantautore, pronto in questo ruolo forse ancor prima degli altri. Oggi tra l’altro sono molti i musicisti che stanno rileggendo con favore il cantante rivalutando anche la sua struttura musicale. Ecco perché si comincia da Tenco, in nome di un legame molto stretto. Il suo testo è venuto giù in modo spontaneo e ha aperto un po’ la strada agli altri”. Il monologo “Quindi lei conosce Tenco” ha vinto il Premio Per voce sola (2004) ed è stato rappresentato a teatro più volte (l’ultima a luglio 2011 a Roma, regia di Renato Marengo, con riprese di RAI 5 con la partecipazione di Marcello Mazzarella, e l’accompagnamento musicale del Quintet Piji).
Scritti su commissione, invece, sono i monologhi dedicati a Giacomo Puccini (Un fannullone senza talento), dove il musicista racconta di sè sullo sfondo di Torre del Lago, un luogo caro allo stesso Logli dove andava spesso con la famiglia. Seguono quello ispirato a Pergolesi (Stabat Mater), ad Haydn e alla sua Vienna (La rabbia sedicenne) a Cesare Bixio (Parlami d’amore Mariù), “primo vero autore di canzoni in lingua italiana, il padre dei cantautori…potevo rifiutarmi?, scrive a questo proposito l’autore nell’appendice del libro.
Alla ricerca dell’anima rock
A questo punto il quadro sembrava completo, il libro finito, ma…
“Rileggendo il libro ormai finito e specchiandomi in questi miei personaggi - racconta Logli - mi sono reso conto che mancava qualcosa: la mia anima rock. Da qui è nata l’idea di aggiungere un altro grande personaggio degli anni 70, Jimi Hendrix (Una stanza piena di specchi), un’operazione portata a termine in pochissimi giorni, un viaggio a ritroso nella mia generazione”. Ed ecco quindi un monologo rock in cui l’autore fa parlare “il principe della chitarra, il simbolo di un amore che non si spegnerà mai, quello per la musica metallica, la musica ostinata e contraria di quando ero ragazzino”.
E adesso? Il cammino di Logli è appena in iniziato, “ancora indeciso su cosa fare da grande”, come si legge sul retro della copertina del libro, e con tante idee nel cassetto. “Questo filone del teatro e musica e dei monologhi è da coltivare e nel futuro vorrei proporre incontri con personaggi da me realmente conosciuti, dove posso regalare a chi legge
ricordi di prima mano. Ho in mente Ivan Graziani o Mimì Bertè (Mia Martini), ma è ancora presto per decidere e mettersi all’opera… E poi penso alla radio, che mi diverte, alla realizzazione di un nuovo musical, genere che ho già sperimentato, al cinema ….”
L’importante è fare tutto con leggerezza e passione.
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