Penultimo appuntamento con Cantando sotto la storia, Auditorium di Roma, a cura di Gianni Borgna. In scena le canzoni "applicate" dal cafè chantant alla rivista, varietà, cabaret fino al “teatro canzone" di Giorgio Gaber. Ospite Giovanna Marini
di Ester Ippolito
Le canzoni del teatro e le canzoni per il teatro: un percorso come sempre a ritroso, interessante e suggestivo, proposto da Gianni Borgna in veste di conduttore, per la serie Cantando sotto la storia (12 aprile), arricchito dal consueto accompagnamento della voce di Roberta Albanesi, che questa volta si è espressa in un repertorio davvero variegato, intonando brani in romanesco, napoletano e milanese, e degli arrangiamenti al pianoforte di Cinzia Garganella. Mentre scorrono sul palco suggestive foto d'epoca.
Il teatro di Petrolini, di Viviani. Il cafè chantant
Questa storia parte dagli anni 20, se non prima, quando era nei teatri che venivano presentate le canzoni, prima ancora che nei Festival o attraverso i dischi. Il primo incontro significativo è con l’arte di Petrolini e la sua nota “Gastone”, canzone dell’omonima commedia musicale che ironizzava sul personaggio di un attore decaduto e conquistatore di donne tipico di quegli anni, e rappresentata per la prima volta a Bologna nel 1924. La sua importanza nel panorama del teatro italiano è oggi pienamente riconosciuta, insieme alla sua forte influenza nel teatro comico italiano del Novecento. Un altro personaggio significativo fu Raffaele Viviani con il suo teatro dialettale che mise in scena il suo ambiente, il sottoproletariato (mendicanti, venditori ambulanti, disperati), andando incontro anche all’ostilità del governo fascista.
Borgna ha poi sottolineato il ruolo importante nella diffusione delle canzoni nel cafe chantant, di origine parigina e di grande successo e richiamo a cavallo del 900, dove si ascoltavano canzoni o piccoli concerti, preludio ai veri e propri teatri. La formula conquistò anche l' Italia soprattutto Napoli e Roma, in una versione più popolare (nota la figura della chantosa ) ma che molto contribuì alla nascita del varietà. Spicca tra le figure del cafè chantant l’elegante Anna Fougez, ricordata per le sue canzoni napoletane e il suo stile.
La commedia musicale, il cabaret e il teatro canzone
Un salto d’epoca e arriviamo alla commedia musicale degli anni 60 con la coppia Garinei e Giovannini, trent’anni di produzioni memorabili, con la collaborazione dei migliori artisti degli anni 50/60, da Walter Chiari a Delia Scala, Rascel, Manfredi ecc. Fino alle canzoni del teatro di Giorgio Strehler e del Piccolo Teatro di Milano, gli esordi di Ornella Vanoni, cantante della Mala ( Le Mantellate e Ma Mi), le performance di Laura Betti (ricordata e cantata una canzone scritta per lei dall’artista Fabio Mauri), e la creatività di Paolo Poli. Infine incursione nel cabaret, in particolare in quello milanese, che ci rimanda a nomi come Dario Fo, Enzo Jannacci, Maria Monti e Giorgio Gaber, al quale dobbiamo il “teatro canzone” negli anni 70 con l’esordio dello spettacolo “Il signor G”.
La canzone popolare a teatro
Senza dimenticare l’arte e il contributo del teatro di De Simone e de "La gatta cenerentola" del 1976. Con la Nuova Compagnia di Canto Popolare De Simone ha dato una nuova fisionomia al suo far teatro riproponendo il patrimonio culturale, teatrale e musicale della tradizione popolare campana, frutto di vere e proprie ricerche sul campo. Rimanendo in sintonia con la musica popolare, ospite eccezionale della serata (ogni puntata è arricchita dalla presenza di un personaggio particolare), è stata Giovanna Marini (nella foto con Roberta Albanesi), che ha portato la sua testimonianza di voce e talento nei canti sociali e di lavoro, e i suoi ricordi. Come l’evento del 1964 al Festival di Spoleto con lo spettacolo “Bella Ciao” di canto politico e sociale: la performance scatenò una rissa politica nel pubblico impreparato, raccontata ancora con grande divertimento dalla Marini stessa. La cantante musicista ha poi regalato al pubblico una canzone di sua composizione, ma registrata “ per modestia” come canto popolare e ripresa poi da Modugno (Amara terra mia/Addio addio), e la versione di Bella Ciao quale canto delle mondariso ("Alla mattina, appena alzate / o bella ciao, bella ciao, ciao, ciao / alla mattina, appena alzate / là giù in risaia ci tocca andar"), resa famosa a suo tempo dalla voce di Giovanna Daffini. Come curiosità, nello spettacolo di Spoleto del Nuovo Canzoniere Italiano, di cui sopra, la versione Bella Ciao delle mondine aprì il recital e la versione partigiana lo chiuse.
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