All’Auditorium di Roma (Cantando sotto la storia), un viaggio attraverso il Sanremo di ieri: alcune delle canzoni più belle e l’evoluzione di un fenomeno musicale oggi sempre più mediatico e ingombrante
di Elio Ippolito
Metti una sera… a guardare il Festival di Sanremo. Ma quale Festival? Quello del 2012 o qualcosa di diverso che ripercorre alcune delle tappe più importanti di questo “fenomeno” nazional-popolare, lasciandosi andare all’ascolto di canzoni evergreeen rimaste nei nostri cuori e nella storia ? Abbiamo scelto il passato grazie all’evento “Le canzoni di
Sanremo- Signore e Signori, benvenuti al Casinò di Sanremo”, tenutosi all’Auditorium di Roma il 18 febbraio (serata della finalissima sanremese 2012), organizzato dall’Associazione Musica per Roma e Rai Teche, e facente parte del ciclo di racconti - concerti Cantando sotto la storia, a cura di Gianni Borgna, che ha rivestito nell’occasione il ruolo di conduttore. Protagonisti la bella e intensa voce di Roberta Albanesi , e gli arrangiamenti e l’ accompagnamento al pianoforte di Cinzia Gangarella. Ospite speciale Amedeo Minghi.
Un viaggio nel passato
Un viaggio nel passato, che ha preso il via dalle origini del Festival, legatosi alla storia del nostro paese ancor prima che ci fosse la televisione e che, nella sua lunga vita, ha visto passare sul suo palcoscenico nomi prestigiosi da Mina a Modugno, da Gino Paoli a Ornella Vanoni da Lucio Battisti a Vasco Rossi, da Gianni Morandi a Rino Gaetano e Massimo Ranieri, da Lucio Dalla a Luca Barbarossa a Mia Martini a Zucchero…...una lista infinita , e anche mostri sacri come Louis Armstrong, Ray Charles, Paul McCartney tra gli ospiti internazionali. Lo spettacolo dell’Auditorium si è dipanato tra memorie storiche e curiosità riportate da Borgna, lo scorrere di immagini d’epoca anche inedite e tante belle canzoni selezionate certamente non in modo esaustivo ma rincorrendo ora la nostalgia, ora la bellezza, ora il particolare momento in cui il brano venne concepito… Un amarcord che ci ha portato fino al format attuale, che vede Sanremo trasformato in un fenomeno televisivo al 100% , dominato dalle esigenze pubblicitarie e di audience, alllungato fino all’inverosimile, spettacolarizzato all’eccesso con la messa in ombra delle canzoni in gara e dei suoi protagonisti. E che porta con sé un interrogativo: è un bene o un male che ancora Sanremo sia vivo ? Solo una tradizione sembra si sia mantenuta costante, come ha sottolineato Borgna: spesso canzoni di pregio e di valore sono state escluse dalla giuria per diventare poi dei veri successi.
…amici vicini e lontani
Era dunque il 1951 quando Nunzio Filogamo, il primo presentatore di Sanremo, salutò il 29 gennaio “ gli amici vicini e lontani”, in quello che era il Salone delle Feste del Casinò, uno spazio piccolo dove la gente andava più per cenare che non per ascoltare le canzoni. La prima edizione, al tempo radiofonica, cui parteciparono Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano, vide sul podio Nilla Pizzi con “Grazie dei fiori”, un premio di 80.000 lire e tre “garofani appassiti” trovati in fretta e furia per la cantante. “ Nella città dei fiori, nessuno aveva pensato a preparare un omaggio floreale – è stato ricordato. Seguirono anni in cui i temi dominanti delle canzoni furono legati alla semplicità e alla retorica, alla mamma, alla patria… Fino ad arrivare alla prima polemica, solo una delle tante che hanno costellato negli anni l’evento, scatenata dalla canzone “Tua” (1959) di Jula De Palma, troppo esplicita e sospirosa per l’Italia del tempo. Jula, giudicata troppo moderna, fu quasi costretta ad andarsene all’estero per trovare i suoi spazi professionali. Ma lo spirito del rinnovamento aveva già fatto capolino nel 1958 con Modugno ("Nel Blu dipinto di blu"), che portava un forte temperamento e un ricco patrimonio musicale, e la svolta fu chiara nel 1960 con gli urlatori, da Dallara a Celentano “ che già generò polemiche mostrando alla platea e agli spettatori della tivù le spalle” eseguendo la sua “Ventiquattromila baci”. Fertile la fase degli abbinamenti tra cantanti anche molto diversi tra loro (per esempio nel 1962 “Addio Addio”, Modugno e Claudio Villa o nel 1967 "L'immensità",Don Backy e Johnny Dorelli), e negli anni seguenti quelli con i cantanti stranieri, con grandi e bei ricordi, fino allo spazio lasciato ai cantautori, a nuovi temi, e alla possibilità di scoprire e lanciare anche dei talenti. Insomma, anni d’oro. “Essere a Sanremo- ha sottolineato Borgna- era davvero importante per l’industria discografica”.
…quando il Festival perse l’innocenza
Ad un tratto le luci si spengono … è il 1967, la morte di Luigi Tenco, un fatto tragico che, come disse Lello Bersani in un servizio del tempo “ diede uno schiaffo al mondo della canzone”. “ Sanremo ha perso la sua innocenza quell’anno - ha detto Borgna- Tenco valeva molto, quella non era la sua platea, stava arrivando il 1968 e il suo genio sarebbe stato molto apprezzato”.
Anni importanti e poi il declino
Seguirono comunque anni importanti e vitali, con passaggi illustri e nomi di spicco, ma dopo i primi anni 70 si registrò un declino della manifestazione: i big rifuggivano dalla gara e dalla sfida e la stessa Rai snobbava l’evento.
Fino al rilancio con nomi come Vasco Rossi, Eros Ramazzotti e tanti altri. Con il 2000, infine, l’evento ha imboccato la strada mediatica perdendo sicuramente in qualità e trasformandosi in qualcosa di altro che genera sempre tanta curiosità, tante polemiche e sempre meno musica.
La testimonianza di Minghi
Amedeo Minghi, in veste di ospite, ha infine portato la testimonianza diretta sulla sua partecipazione a Sanremo, le sue clamorose esclusioni, i suoi successi, la sua riluttanza a tornare su quel palco quando già ai cantanti non era riconosciuto il loro ruolo principe. “ L’anno in cui tra gli ospiti c’era Pavarotti, senz’altro un grande, noi cantanti ci siamo tutti sentiti emarginati, senza la possibilità di incontrarlo o di essergli presentati, era difeso da tutti e da tutto e si proteggeva in una tenda modello Gheddafi. Siamo stati trattati come bestie immonde”. Ma sul piano musicale - gli ha chiesto Borgna - cosa è cambiato oggi? “ Noi scrivevamo canzoni per sempre, che guardavano oltre, avevamo l’ambizione di non farle durare tre settimane”. A conferma il suo brano “1950” (Serenella), a suo tempo non
compreso del tutto nel contesto sanremese, e il duetto irresistibile con Roberta sulle note di “Vattene Amore”.
Tra i brani eseguiti: Grazie dei fiori, Tua , Ventiquattromila baci, E se domani, Dio come ti amo, Casa Bianca, Una casa in cima al mondo, Canzone per te, Non c’è che lui, La voce del silenzio, L’immensità, 4 marzo 1943, La fotografia, Ciao Amore Ciao, Amore Stella, Vacanze Romane,, 1950, Vattene Amore, Gli uomini non cambiano …
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