Tanti concerti, decine di canzoni e un talento eccezionale come chitarrista. Lo spettacolo di Goran Kuzminac al Teatro Vascello di Roma ripropone un percorso artistico iniziato oltre 35 anni fa. L’ intraprendenza come musicista – oggi riconosciuta dalla critica - e la freschezza di molte canzoni lo hanno portato al successo senza però fargli raggiungere quella popolarità che forse avrebbe meritato
di Livia Rocco
Voce e chitarra, da solo sul palco, come i ‘cantautori’ di una volta, ai quali Goran Kuzminac non risparmia la sua ironia. Eppure l’artista di origine slava sa di appartenere proprio a questa categoria oggi un po' retrò, se non fosse per il suo straordinario talento come chitarrista che gli ha permesso di ‘reggere’ senza problemi oltre due ore di concerto al Teatro Vascello di Roma.
Ad animare la serata dal titolo “Solo live 2011” ha contribuito anche la voglia di raccontare come sono nate le sue canzoni, gli anni in cui si esibiva come ‘spalla’ di cantanti più famosi, le tante collaborazioni con altri artisti, le amicizie e perfino le storie sentimentali inedite come quella con la collega Grazia di Michele, che ha dato vita, quasi per gioco, al suo brano forse più conosciuto: Ehi ci stai. “Una canzone – racconta Goran – che per molto tempo ho considerato la più brutta e stupida del mio repertorio, ma che poi ho rivalutato:mette allegria!”. Ed è vero: era vero nell’80 quando uscì il disco – controcorrente in tempi di ‘impegno’ politico e femminismo - ed è vero oggi, se uscendo dal teatro ci si ritrova nell’orecchio quel ritornello scanzonato: quasi un inno alla vita e alla libertà.In questo concerto Goran Kuzminac ha ripercorso la sua lunga carriera (il primo contratto discografico risale al 1976) proponendo in versione acustica numerosi brani, caratterizzati da testi spesso in rima. Oltre a "Ehi ci stai", la altrettanto famosa Stasera l'aria è fresca, che lo portò al successo nel 1978 e che è ormai diventato il suo biglietto da visita. E poi Tempo, Stella del Nord, Canzone senza inganni, composta in una notte insieme a Ron e Ivan Graziani, musicista originale che Kuzminac ha voluto ricordare con la canzone Monna Lisa. Fino ad arrivare alle produzioni più recenti, come Nuvole straniere e Dio suona la chitarra.
Già, la chitarra: è questa la vera sorpresa del concerto. Il virtuosismo del cantautore si spinge fino a suonare con lo strumento dietro le spalle, e la passione lo ha portato al punto di inventare e costruire una chitarra particolare solo per lui - con le corde più lunghe e la cassa più piccola - pur di ottenere il suono che voleva . Poi ci sono gli arrangiamenti blues e il ‘finger style’, un modo di suonare ‘a due mani’, nato in America. “Lo faccio da trent’anni – racconta ironicamente Kuzminac - ma evidentemente erano in pochi a saperlo; solo recentemente ho ricevuto un riconoscimento perché sono stato il primo a introdurlo nella canzone d'autore italiana. E ogni giorno c’è qualcuno che, navigando in rete, scopre che ho scritto decine di canzoni, magari più belle di Stasera l’aria è fresca e di Ehi ci stai”.
E Goran continua il suo percorso, rimanendo come sempre un po’ defilato perché immune da smanie di protagonismo, e sempre – ora come in passato - prendendo spunto in modo diretto dalla vita, dalle persone che incontra, dalle cose che gli accadono…Proprio in queste settimane sta scrivendo i pezzi del prossimo album; chissà, forse ne riparleremo!