“Tranquilli il libro dentro è scritto grande”,l'ultimo libro del comico Paolo Pesce Nanna

“Tranquilli il libro dentro è scritto grande”, s’intitola così l’ultimo libro di Paolo Pesce Nanna, in prima presentazione con accompagnamento musicale  dell'amico e musicista Sergio Gaggiotti il prossimo 6 dicembre a Roma  presso I Pini Spettinati. E la partecipazione di Patrizia  Claps che intervisterà l'autore.

Edito da Cut Up Publishing, il comico romano dopo il successo di Me so proprio superato, torna quindi a far sorridere dando del tu ai dodici mesi dell’anno dei quali offre un ritratto attento e divertente, mettendone in risalto pregi e difetti. Aneddoti della propria vita, alternati a fatti di cronaca accaduti in tempo più o meno passato o recente, riempiono  le oltre 160 pagine di "Tranquilli il libro dentro è scritto grande", arricchite dalle vignette di Andrea Domestici (che del libro firma anche la copertina), nelle quali l’autore sceglie di raccontarsi e raccontare il tempo e luoghi con ironia e umorismo.

Mese per mese la comicità di Pesce Nanna mette alla berlina i tic, le debolezze i vizi e le virtù dell’essere umano, invitando comunque il lettore alla riflessione. “Gennaio è tutto quello che non sono io – inizia così l’autore – Io sono fuoco e lui è ghiaccio. Io sono infradito e lui è scarponcino, io sono una spiaggia tropicale e lui una pista da sci. Insomma se dico a gennaio che è un tipo freddo si offende?”.

Nel libro, a tratti esilarante, le storie e i mesi si confondono in un turbinio di emozioni, colori, dolori, amori e personaggi che travolgono prepotentemente il lettore catapultandolo in un viaggio al di fuori del tempo e dello spazio. Una storia bella e commovente quella dell’attore romano, scopertosi comico a quarant’anni. “Nel momento più drammatico della mia vita - racconta Pesce Nanna - rimasto all’improvviso disoccupato, ho scoperto il mio talento, grazie anche all’amore e al sostegno incondizionato di mia moglie Marena. Oggi guardo al passato senza rancore come dico sempre e forse gratitudine. Dal palco alla scrittura il passo è stato breve. Volevo raccontare la mia storia e, senza presunzione, trasferire con il sorriso un messaggio di speranza a chi potrebbe vivere una situazione simile. Io ce l’ho fatta cosi: ho semplicemente indossato i panni miei”.

 


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