Don Backy e il suo " Pianeta Donna"

Arriva " PIANETA DONNA Don Backy", ultimo CD di 12 canzoni dedicato all'universo femminile "in un momento in cui la donna conquista sempre più grandi traguardi, ma nello stesso tempo subisce le sopraffazioni e le violenze più umilianti cui un essere umano può essere sottoposto, fino ad arrivare agli estremi, in cui le viene tolta la vita". Il CD presentato a Domenica In  del 23 aprile e in altre trasmissioni RAI


E' uscito l'ultimo CD a firma Don Backy  Pianeta Donna, 12 canzoni dedicate "all'altra metà del cielo". Come racconta lo stesso cantante e autore " ho  voluto realizzare questo nuovo CD “Pianeta Donna”,  in un momento in cui la donna conquista sempre più grandi traguardi, nella vita sociale e lavorativa, raggiungendo - non per gentile concessione - preminenti posizioni, frutto di un duro e costante impegno, anche se scarsamente e colpevolmente non riconosciuto. Nello stesso tempo, essa subisce le sopraffazioni e le violenze più umilianti, cui un essere umano può venire sottoposto, fino ad arrivare agli estremi, in cui è loro tolta la vita, solitamente da coloro cui si affidano per sentirsi, invece, protette".

 

E' quindi la donna al centro del nuovo lavoro  che viene cantata nelle sue più varie sfumature e figure : allegra, triste, sensuale, felice, decisa, avventurosa, amante, madre o moglie. "Ho tentato così di renderle omaggio, identificandola con la" Fantasia "- alla quale infinita fonte si abbeverano poeti e cantori, per trarne le loro poesie e/o canzoni - in "Mai più". Ho pensato di porla al centro dell’Universo, portatrice di vita, in "Brinderò", oppure renderla allegra compagna di giochi e di avventure in "Cuore di Pietra", o di essere un sogno svanito in "La Porta del Paradiso" e in "Rapsodia," che sfocia nella perdita di sé, volando sulle ali di"Impressioni di settembre "(citaz. PFM), in "Rapsodia in red," brano che ho voluto dedicare alla memoria di Freddie Mercury & the Queen, mediandone da questi, l’arrangiamento e i cori....".

Per rappresentare l'universo femminile sono infinite le canzoni che si potrebbero scrivere...e allora Don Backy ha deciso " di raffigurarla nel brano Pianeta Donna, attraverso una composizione cubista, un puzzle, che ne attestasse la sua infinita multiformità, sia fisica, che d’ingegno. Ma anche stavolta, dopo aver calcolato che la canzone sarebbe durata ben oltre i 7 minuti, ho deciso di chiuderla lì, intuendo l’impossibilità di poter definire in maniera… definitiva, quel Pianeta Donna, che chiamiamo l’altra metà del cielo". IL cantante richiama l'attenzione anche su un altro brano. "Si tratta di Nel Vento. Con questa canzone non intendo prendere una posizione pro o contro la pratica abortiva, gesto terribile e drammatico per la donna. Essa è scaturita dopo la lettura del libro di Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato. Ecco, alla feroce tenerezza e alla sofferenza della grande scrittrice, ho voluto dedicare l’immaginaria risposta di quel bambino, mettendogli a disposizione la mia penna e la mia voce".

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Don Backy (21/08/1939)

Il toscano Aldo Caponi, già prima dello scoccare dei Sessanta, è protagonista di alcune esibizioni nel genere rock and roll - insieme al gruppo, Kiss - con il nome d'arte di Agaton. Nel 1962 grazie all'invio della sua prima canzone, "La Storia di Frankie Ballan", entra a far parte del nascituro Clan e partecipa alla prima edizione del Cantagiro – con la stessa canzone e il nuovo nome di Don Backy - arrivando 2° nella classifica degli esordienti. Continua a parteciparvi negli anni seguenti, nel '63, con "Amico" e nel '64 con "Io che giro il mondo". Scrive il testo in italiano di “Stand By Me”, di Ben E. King, col titolo di “Pregherò”, incisa poi da Celentano, come quello di un'altra cover “Don't play that song”, che diventa il seguito di Pregherò, col titolo di “Tu Vedrai” - incisa da Ricki Gianco - oltre a quelli di “Sabato triste” e “Sono un simpatico”, sempre per

Celentano e – in maniera spassionata - per molti altri artisti, tra i quali, Little Tony, Milva, Santercole, Milena Cantù, Ricky Gianco etc. Le sue esibizioni canore, sono accompagnate dal gruppo I Fuggiaschi (1963/1966) e successivamente da La Banda (1967/1970). L’esordio al festival di Sanremo nel ’67 con L’Immensità, lo colloca di diritto tra i cantautori più popolari. Nello stesso anno, pubblica per Feltrinelli, il libro: "Io che miro il tondo", che risulta essere il primo scritto da un cantante, in Italia. Altri volumi nel '70 (“Cielo 'o Connors & Franz il guercio, Soci a Parigi”) e nel '74 (“Radiografia a un Pupazzo di neve”). Resterà nel Clan fino all'inizio del 1968, quando ne uscirà per divergenze amministrative. Costituirà una propria etichetta denominata “Amico”, con la quale farà uscire il primo album concept prodotto in Italia, “Le quattro stagioni di Don Backy” (1968). È l'anno che per il Festival di Sanremo scrive due canzoni: “Casa bianca”, cantata da Marisa Sannia e Ornella Vanoni, che si classificherà al 2° posto della classifica finale - dopo aver vinto la prima serata - e “Canzone”, cantata da Celentano - che gli si è sostituito imponendosi all'organizzatore - in coppia con Milva, con la quale si classifica al 3° posto.

Attivo sul fronte cinematografico come attore in numerosi film, tra i più famosi, "Banditi a Milano", di Carlo Lizzani, con G.M. Volonté. "I 7 Fratelli Cervi", di G. Puccini, sempre con G.M. Volonté. "Barbagia", ancora di Lizzani, con Terence Hill e "Satyricon" di G.L. Polidori, con Ugo Tognazzi. Notevole l'interpretazione di "Bisturi", nel film Cult di Mario Bava, "Cani Arrabbiati", film da cui Quentin Tarantino, dichiara di essersi ispirato per il suo titolo, "Le Jene".

Dopo un paio di esperienze in teatro, con due commedie musicali (“Teomedio” – di F. Storelli -1980) (“Marco Polo” – di L. Luzzati - 1981), nelle quali è protagonista e autore delle musiche e delle canzoni), si dedica al fumetto con ben tre opere (“L'Inferno”, “Clanyricon” e la Commedia musicale a fumetti, “Sognando”). Quest'ultima passa in Tv su Rai2 in 9 puntate (1978). La passione per i paesaggi di neve fiamminghi, lo porta a dipingere una cinquantina di tele, per la sua personale galleria www.donbacky.it “Pennelli e colori”. Inizia a scrivere il racconto della sua avventura artistica, a partire dal 1955, con l'avvento del rock and roll, in un prezioso volume, Questa é la Storia..." (1955/1969) - (Coniglio, 2007), illustrato da una messe enorme di articoli, minute di canzoni, foto, etc., documenti tendenti a dimostrare l’incontestabilità dei racconti. Lo riedita per la propria edizione, L'Isola che c'è (2008). Decide quindi di proseguire il racconto. Pubblica così "Storia di altre storie..." (1970/1979) e "Storia di altre strade..." (1980/1989), e stampa il quarto tomo dal titolo "Le Mille in una Storia..."(1990/2000), chiudendo la pentalogia nel 2013, editando il quinto e definitivo, "Tutto quanto si fa Storia..."

(2000/2012). Un viaggio fantastico, con sullo sfondo, a far da scenografia, un’Italia che cambia. Ricca anche la produzione di Album/Cd, con circa 20 titoli, da L'amore (Clan, 1965) a Il Mestiere delle Canzoni (Ciliegia bianca sas, 2010). Altrettante le canzoni di successo scritte da Don Backy (parole e musica), basta ricordarne alcuni titoli, da Poesia, a Canzone, a Casa bianca, a Bianchi cristalli sereni, a Samba, Sogno, L'Amore, Cara, Cronaca, Non piangere stasera, Serenata, Un sorriso, Amico, Ho rimasto, Frasi d’amore, Sognando. Anche se, indiscutibilmente - il suo nome è legato maggiormente a L'Immensità, canzone portata a Sanremo in coppia con Johnny Dorelli (1967) e incisa da grandi artisti nazionali e internazionali. Alle canzoni del passato di Don Backy, continuano a rivolgersi artisti italiani di fama mondiale, quali, Negramaro, F. Renga, Gianna Nannini, Il Volo (L’Immensità) e, ultimi in ordine di tempo (2014), Mango (Canzone), Mina (Fine)) e (2015) Fiordaliso (Sognando), oltre a incisioni di diecine di cantanti, dai nomi forse meno altisonanti, ma efficaci per dimostrare della loro fresca attualità. Molte sono le compilation dei grandi successi, pubblicate da svariate etichette, compresa la raccolta Cult, stampata dalla Ciliegia Bianca sas, contenente ben 26 canzoni, ultrapopolari nei fantastici anni Sessanta.


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