Il viaggiatore Pietruccio Montalbetti si racconta....

Musicista , scrittore e gran viaggiatore  alla scoperta del mondo: questo è Pietruccio Montalbetti,  leader dello storico gruppo dei Dik Dik che ancora coinvolge e fa sognare  platee e piazze con successi  come Sognando la California, Senza luce, Il primo giorno di primavera, L’isola di Wight e   tanti altri.  “ Fin da bambino sognavo di viaggiare, volevo  fare l’ esploratore sacco in spalla. Attraverso   le mie visite a paesi  lontani, talvolta difficili,  imparo e capisco tante cose".

di Ester Ippolito

“Viaggio per cercare  me stesso e per trovare  risposte” . Parole di Pietruccio Montalbettti, inseparabile cappello a falde larghe, leader dello storico gruppo dei Dik Dik che ancora coinvolge e fa sognare  platee e piazze con successi  come Sognando la California, Senza luce, Il primo giorno di primavera, L’isola di Wight e   tanti altri,  e con il ricordo di Lucio Battisti, grande amico e collega, e del quale il gruppo ha interpretato i brani più belli.

Musicista- la musica nel sangue fin da piccolo-, Montalbetti ,residente a Milano, negli spazi lasciati liberi dai tour in musica, è un grande viaggiatore. Ed è anche  scrittore: al suo  attivo già quattro pubblicazioni, alcune relative al mondo della musica, altre  specchio delle sue avventure lontano da casa come  “Settanta e settemila.Una sfida senza limiti di età “, e “Sognando la California  scalando il Kilimangiaro”. Nel  primo  si racconta   la  sua scalata in solitario  sulla montagna più alta della catena delle Ande- l'Aconcagua- fatta nel 2011 a 70 anni. Una sfida con  se stesso  e un continua  ricerca sulle motivazioni della vita.   Nel secondo si narra  la scalata in solitario del Kilimangiaro,   la più alta montagna d'Africa, un sogno coltivato da sempre da Montalbetti e realizzato ai primi del 2011. Una esperienza che porta il lettore  tra gli Indios dell'Amazzonia, in India, tra le popolazioni del Mali nel deserto del Sahara, tra i Masai della Tanzania, e poi ancora in Nepal, Tibet, Perù, Bolivia,Ecuador, Venezuela, Colombia, sempre con la spinta della concoscenza e del capire l’universo.

E’ per questi aneliti e   forti  obiettivi che  prima ancora  dell’uomo dei  Dik Dik,   rappresentante di una generazione   brillante alla ricerca  di musica nuova anche  per trasformare  il mondo,  incontriamo il viaggiatore  senza sosta,  che  parte   per  viaggi personali  “ di conoscenza e di sfida” , e viaggi  legati anche  a  ricerche dal taglio antropologico  - scientifico, come nel caso delle Filippine, dove per conto di una Università americana  ha raccolto ciocche di capelli di un popolo noto per la sua longevità. O in Ecuador alla ricerca della popolazione Aucas caratterizzata da mani e piedi  con sei dita.

Montalbetti- Fin da bambino sognavo di viaggiare, volevo  fare l’ esploratore sacco in spalla. Dopo alcuni anni di musica,  e di gloria,  per non perdere contatto con la realtà e rimanere sempre con i piedi per terra  ho fatto anche anni di analisi per capire perchè vivo, cercando risposte. Non credo in quel Di o, ma ho letto la Bibbia, i Vangeli ,il Corano, studio fisica,   mi interrogo e non mi fermo. E   viaggiare  fa parte di questa ricerca. Attraverso  le mie visite a paesi  lontani, talvolta difficili,  imparo e capisco tante cose. Per esempio i popoli primitivi mi incuriosiscono, perché vedo in loro alcuni aspetti naturali che la nostra civiltà  ha ormai dimenticato. E amo moltissimo la natura e gli animali.

B&V- Come vengono organizzati i viaggi?

Montalbetti- Parto  sempre da solo – anni fa rimasi deluso da un viaggio intrapreso in compagnia in Messico- e mi affido a guide locali  con le quali  posso immergermi  nel paese  avvicinando la popolazione,   tradizioni, abitudini. In queste occasioni voglio  vivere e condividere la loro  vita , mangiare come loro, parlare con loro  dormendo in piccoli hotel  o comunque utilizzando sistemazioni semplici,  tralasciando alberghi di livello internazionale.  Solo così è possibile capire  davvero lo spirito di una destinazione e me stesso.  Nei miei viaggi  porto sempre tanta modestia  e una grande apertura  per tutte le culture  e differenze.  Visitando paesi e popolazioni, la danza inoltre  si è sempre rivelata come una traccia importante , e uno specchio  del patrimonio  più intimo e vero di un popolo. Ho dei ricordi bellissimi dell’India , con la danza delle maschere,  di Bali, e  di tantie altre performance.

B&V-Quali le mete più importanti e progetti futuri?

Montalbetti- Africa India, Nepal, Filippine, Amazzonia , il grande Nord . Per le prossime avventure sto pensando alla Papuasia  e al Costa Rica , una full immersion nelle sue giungle....

B&V- Tornando ai Dik  Dik, cosa raccontate oggi con la vostra musica?

Montalbetti-  Vogliamo dare due tipi di messaggio. Il  primo, ben preciso, è rivolto a quelli della nostra  generazione, vogliamo dire di non mollare mai, di avere sempre una certa tensione nelle cose della vita perché solo così si può andare avanti e trovare sempre dei progetti. Noi sul palco cerchiamo di non parlare mai di nostalgia…la parola revival..via, non esiste, quello che ci interessa  è  descrivere cosa è stato un certo periodo. Il secondo messaggio è rivolto alle giovani generazioni alle quali non vogliamo raccontare  che i nostri  tempi erano migliori, questa è una sciocchezza, ognuno vive il suo tempo.  I  giovani  devono scoprire che   -per nostra   fortuna- siamo vissuti in un periodo dove c’era un foglio bianco e su questo foglio bianco, catturando almeno all’inizio ciò che veniva dal mondo musicale americano e inglese,  abbiamo scritto, e siamo stati poi  fortunati ad entrare in un giro dove le canzoni avevano  successo. Anche in tv ogni tanto trasmettono (giorni fa per  la 4° volta!) una bellissima trasmissione sulle cover che rappresentavano niente altro che quello che volevano i giovani in quel momento. Ma in  Italia non eravamo  in quel momento nelle condizioni di creare  simili canzoni perché il nostro   background musicale veniva dalla musica tipo Gino Latilla o Carla Boni e cose del genere. Quindi abbiamo dovuto catturare altrove e  portare  al pubblico non solo la musica ma anche un modo di vivere.

B&V-Qual è il segreto della lunga vita  dei Dik Dik ?

Montalbetti- Confrontarci sempre con rispetto, coltivare  ognuno di noi interessi diversi e  avere vite separate  quando non siamo impegnati in tour. Alle nostre spalle un lungo percorso comune :  i Dik Dik sono nati da un gruppo di amici che  viveva nello stesso quartiere milanese e aveva la passione per la musica.

http://www.erretievents.com/dikdik/pietruccio.html


I   libri di Pietruccio Montalbetti

Settanta a settemila. Una sfida senza limiti di età-Montalbetti Pietruccio; Perboni Elia, 2014, Ultra

I ragazzi della vita Stendhal. Ritratto di una generazione-Montalbetti Pietruccio, 2010, Aereostella
a cura di Scandurra M.

Io e Lucio Battisti-Montalbetti Pietruccio, 2013, Salani

Sognando la California scalando il Kilimangiaro-Montalbetti Pietruccio, Aereostella

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