E’ tornata la Guerrera, salsera doc e adepta di capoeira, forte nell’anima e dai gusti forti, rum e patatine fritte e sigarette e una dipendenza dalla Divina Commedia. Mala Suerte, l'ultimo libro di Marilù Oliva, completa la trilogia dei romanzi. Azioni noir sull'onda di salsa, reggaton, bachata e cha cha cha...
La Guerrera, Elisa Guerra nella vita, personaggio indimenticabile, è tornata a farci compagnia con il nuovo romanzo di Marilù Oliva “Mala Suerte”, edizioni Elliot, in libreria da luglio. Un’altra coinvolgente avventura noir che si snoda sullo sfondo di Bologna e tra gli ambienti salseri della città che la Guerrrera frequenta e ben conosce. Un romanzo che va a completare una trilogia a ritmo di salsa, reggaton, bachata, cubaton e cha cha cha dedicata alla Guerrera: Tu la Pagaras, 2010, dominato dallo spirito e tradizione della Santeria, Fuego, 2011, legato alle teorie dello sciamanesimo. E quest’ultimo, Mala Suerte, che attraverso la storia di un omicidio molto particolare nel quale viene coinvolta anche Elisa come consulente speciale grazie ai suoi studi di criminologia dall’ispettore Basilica, ormai una vecchia conoscenza per noi lettori e per la Guerrera stessa, si intreccia con un interrogativo: esiste la Fortuna? Esiste il Destino?
Ed è ponendosi questo interrogativo, dedicandosi a una indagine diffiicile, combattendo quotidianamente con il problema del lavoro e del precariato, cercando di sciogliere alcuni nodi difficili della sua infanzia, con la sua anima forte ma anche debole perché è alla ricerca di qualcosa che ancora non trova, la Guerrera combatte contro la sua Mala Suerte. Un personaggio, di cui da sempre invidiamo i lunghi capelli, i tacchi altissimi e la sua perizia in pista, che in questa terzo romanzo si distende, si rivela di più, giunge a maturità e acquista consapevolezza dei propri sentimenti. Accanto ad altri personaggi altrettanto noti come l’ispettore Basilica, che si libera dalle sue catene perbenistiche ed esce allo scoperto con se stesso e con la Guerrera che suscita tensione e passione. E anche Catalina, la vaporosa amica del cuore dagli occhi che regalano il blu di Portorico, sceglie la propria strada. Il tutto – delitti, indagini, sospetti, passioni, odi, incontri, tanto ritmo - si svolge in una Bologna che ritorna nelle pagine dell’Oliva con la sua quotidianità, nei locali salseri dove si incrociano strani personaggi, esibizionisti del ballo, veri appassionati e personaggi disegnati dalla fantasia e alcuni più veri come Lady Vega di Padova, una delle poche dj di latino in Italia che compare come organizzatrice di una serata latina da non perdere. Nota dominante, insieme ai contenuti e alla sacrittura, tanta musica e tanta voglia di ballare.
Come abbiamo già scritto in una precedente intervista all’autrice (B&V rubrica Protagonisti), questo particolare filone letterario di Marilù Oliva, bolognese, scrittrice, critica letteraria e e insegnante, ha avuto la sua forte spinta di ispirazione da un viaggio a Cuba, dall’incontro con una cultura affascinante e coinvolgente come quella dell’Isla Grande, dall’avvicinamento alla salsa, dall’arte di interiorizzare e scrivere, e dall'aspirazione all'integrazione di più culture. Da qui una scrittura matura e incalzante, ritmo caraibico che scorre nelle pagine, mix di intrighi insieme alla ricerca dell’amore, del lavoro e della realizzazione di tanti piccoli grandi sogni.
“Sono attratta dalla cultura latina da quando ho letto a dodici anni “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez (sul quale due anni fa ho scritto una monografia uscita con Clueb, “Cent’anni di Marquez, cent’anni di mondo”) - ci racconta l’autrice -. Mi sono innamorata senza esitazioni, e l’amore è durato per sempre. Ho esteso questo interesse alla letteratura, alla storia – mi sono laureata con una tesi sulle civiltà precolombiane – e, naturalmente, alla musica. Il ballo è stata l’ultima tappa. Rappresenta un’integrazione riuscita, una scoperta dell’alterità che mi rende più completa. O, almeno, mi fa credere che così sia…”
estrella
www.mariluoliva.net
Le immagini che danno vita alla Guerrera sono di Niccolò Pizzorno.
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