E’ in via di definizione il programma della prossima edizione della Notte della Taranta, rassegna musicale salentina che ha conquistato uno spazio prestigioso nel panorama degli eventi italiani, europei e mediterranei. Protagonista assoluta della manifestazione è la Pizzica (o Taranta), danza tradizionale del Salento. Il presidente Bray punta alla fusione tra musica colta e festa popolare
di Livia Rocco
“I concerti della Notte della Taranta si concluderanno come sempre l’ultimo sabato di agosto, che quest’anno sarà il 27 – preannuncia Massimo Bray, presidente della Fondazione organizzatrice dell’evento -. La manifestazione prenderà il via probabilmente sabato 13 agosto, anche se la data non è ancora ufficiale”.
La kermesse salentina – che come tradizione coinvolge i paesi dell’area grecanica, in provincia di Lecce - proseguirà nel solco tracciato l’anno scorso dalla presenza di Ludovico Einaudi come maestro concertatore. “Abbiamo scelto di continuare a coniugare la musica colta e raffinata rappresentata da Einaudi con la musica popolare: una formula vincente – sottolinea Bray -. Il maestro sta tenendo una serie di concerti straordinari (Londra, Roma) che riscuotono grande successo: in un certo senso è già iniziato il percorso verso La Notte della Taranta, che punta sempre più a valorizzare la tradizione salentina ma anche mediterranea, dando ampio spazio al ruolo delle percussioni”.
Ma c’è anche una contaminazione tra innovazione e tradizione, tra presente e passato. “Siamo contenti di aver scelto il maestro Einaudi: con lui è stato fatto un passo in più verso l’obiettivo che abbiamo sempre avuto: creare anche un laboratorio musicale, facendo crescere i musicisti locali – rileva il presidente della Fondazione La Notte della Taranta -. Tra i tanti che si sono affermati, Antonio Castrignianò (Gruppo popolare del Salento) e Daniele Durante (Canzoniere Grecanico Salentino)”.
Musica di alto livello, quindi, e spettacoli di grande impatto, tra i quali spicca il ‘concertone’ che anche quest’estate concluderà la rassegna a Melpignano. “La tradizione e il momento spettacolare si fondono, ed è uno dei nostri punti di forza. In più abbiamo avviato lo studio delle radici storiche della Taranta – aggiunge Bray -. A fine giugno ha preso il via, appunto, un seminario sulle radici storiche del tarantismo, promosso insieme all’Università di Ginevra, che proseguirà per un anno coinvolgendo altre Università italiane ed europee. A ottobre, invece, parteciperemo a un progetto approvato dal comitato scientifico per l’unità d’Italia sulla diffusione dei valori nazionali”.
Ma perché è tanto forte il potere di attrazione di una danza e di una musica così antiche? E’ proprio il maestro Ludovico Einaudi a dare una risposta: “la mia chiave di lettura è stata quella di cercare di mettere in rapporto questa musica con le forme che si sono sviluppate in anni recenti nell'ambito della musica elettronica, del minimalismo e della trance, sottolineandone le antiche radici comuni - scrive Einaudi sul sito www.lanottedellataranta.it -. Ho visto nella Notte della Taranta l’essenza dei raduni giovanili moderni, un grande rito con decine di migliaia di persone che si abbandonano al ritmo, al canto e alla danza (…) non più per esorcizzare gli spiriti del male, bensì, simbolicamente, gli spiriti del XX secolo. Ma non solo, questo evento è una grandissima festa popolare, un'occasione unica dove tutte le generazioni si ritrovano unite a celebrare il loro legame di appartenenza con questa antica terra ricchissima di storia e di cultura, e che attraverso la sua rilettura ci aiuta a ritrovare i nostri migliori valori”.
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