“Balla, balla beddha mica sai ballare
ca quistu è lu ballu de lu prima amore”
Tradizioni e riti nel libro Morso d’amore di Luigi Chiriatti che ci conduce nel mondo del tarantismo, la sferzante musica di U’Papadia e la sua lotta contro la Peronospera, e la pizzica di Francesca Malerba. Tre elementi per rendere viva la voce del Salento, protagonisti di una serata molto particolare a Roma a cura della casa editrice Kurumuny e de Il ritmo che cura. Il passato e il presente dell’isola danzante
"Qualche volta accadeva che mentre stavamo giocando per le strade, arrivavano dei suonatori con i loro strumenti: chitarre, mandolini, tamburi. Si addossavano al muro di una casa e cominciavano a suonare, non tutti insieme però: uno alla volta e uno strumento per volta. Accennavano a qualche melodia, poi si fermavano e aspettavano. Dopo qualche tempo dalla casa usciva qualche donna e li faceva entrare…allora noi ritornavamo svelti svelti presso la casa della pizzicata e ci intrufolavamo fra le gambe dei grandi e guardavamo a bocca aperta il ballo di questa donna”.
Parole di Luigi Chiriatti, musicista e ricercatore salentino, tratte dal suo libro "Morso D’amore”, viaggio nel tarantismo salentino (edizioni Kurumuny) che l’autore ha presentato a Roma (Kenako, 16 marzo) in una serata tutta d’atmosfera,che ha richiamato un pubblico molto interessato e motivato e anche personaggi illustri (per esempio Cecilia Mangini), in compagnia della musica di U’ Papadia e del suo folk rock e della forza del suo ultimo CD la Peronospera. Lo scrittore salentino ha ripercorso nel suo libro il suo cammino verso la “verità”, presentando le sue esperienze e un excursus di tutti gli studi fatti sul tarantismo prima e dopo De Martino, in qualità di uomo nato e cresciuto nei luoghi e nella cultura di cui si è imbevuto fin dall’ infanzia, e in qualità di studioso di determinati fenomeni. Curiosità indagatrice, amore per le tradizioni, ricordi d’infanzia da decifrare, voglia di avvicinarsi al rito e al tempo stesso timore “di esserne catturato e di non potersene allontanare”, atteggiamento scientifico di intervistatore… sono state tante le anime con cui Chiriatti si è avvicinato a questa realtà ormai persa, sfumata … le spose di San Paolo non ci sono più… “ ci hanno lasciato, attraverso la loro sofferenza una musica e una gestualità che sintetizzano la sofferenza e la storia del Salento...e i giovani hanno salvato la gioia di ballare...la gioia di suonare una musica unica al mondo che fa ancora adesso del Salento ‘un’isola sonante, un’isola danzante “, ancora Chiriatti.
Dietro alla pizzica c’è molto di più...
“L’idea di questa serata è nata dalla volontà di portare una testimonianza del Salento da parte di una voce autorevole per far capire , a chi si è innamorato della pizzica e del Salento, che dietro al divertimento, allo “sballo” dei festival, c’è molto di più”. E’ quanto ci spiega Francesca Malerba, salentica doc, insegnante di pizzica che cura insieme al musicista, cantautore e percussionista salentino Umberto Papadia, corsi particolari in cui si offre agli allievi non solo i passi di questa danza popolare ma storie, ricordi e significati (Il ritmo che cura). “ Chiriatti è la persona giusta per spiegare certe cose, egli è insieme portatore e ricercatore della cultura orale salentina, è anche figlio di una delle voci più belle della nostra tradizione (la cantrice Lucia De Pascalis), è vissuto nelle campagne, ha subito le suggestioni delle nostre leggende e di tutti i nostri canti, e poi da adulto ha studiato la tradizione, con l’animo del ricercatore, la curiosità di voler capire in fondo ciò che da piccolo aveva passivamente assorbito”. La serata si è aperta con i racconti di Chiriatti, le sue prime interviste agli anziani, “la loro reticenza a raccontare, perché non volevano recuperare i ricordi di una vita ai limiti della sopravvivenza”, le storie di emigrazione verso il Nord (come i genitori dello stesso U’Papadia), il ritorno degli emigranti alla terra natia, e i primi moti di protesta dei lavoratori in Salento. Fino al racconto di alcuni episodi del libro Morso D’Amore. “ Mi ha sempre affascinato- ancora Malerba- il punto dicvista di Chiriatti , quello di un osservatore coinvolto, di un attore della cultura salentina, non di un freddo osservatore come vorrebbero alcune correnti della ricerca. Come dice Rita Levi Montalcini del lavoro di ricercatore : ‘Un buon ricercatore deve avere due caratteristiche: l’entusiasmo e la competenza, solo una delle due qualità è insufficiente’. Per me l’emozione è stata grande, starei ad ascoltare Chiriatti per ore, i suoi racconti mi riportano a casa, vedo le distese di ulivi, la gente della mia terra, il nostro essere indolenti dovuto a un pessimismo e una sfiducia (ebbene sì) innata, impressa nel nostro DNA. Un pessimismo che cerchiamo di combattere con l’ironia, anzi il sarcasmo, e che invece i nostri avi combattevano con la musica e la danza, e con il tarantismo. Come dice Chiriatti, i contadini salentini la sera si riunivano a cantare e a ballare per scongiurare la morte”.
Dal tarantismo che fu… alla musica di U ‘Papadia per combattere la Peronospera
Dalle parole di Chiriatti alla musica di U’Papadia in concerto, una sferzata di note che con il suo ritmo fatto di rabbia, allegria, amarezza, vuole combattere la nuova malattia del Salento, la “Peronòspera”, malattia passata dalle piante agli uomini, quella mancanza di reazione ai mali e alle ingiustizie della vita, una “staticità", come ha confermato lo stesso Chiriatti “in cui non esplodono le contraddizioni, e quindi non può esserci una reazione”. E non ci sono nemmeno soluzioni o una cura come nel caso dei tarantati… In un divertente dialogo tra Chiriatti e U’Papadia, Umberto ha affermato: “Preferirei essere tarantolato piuttosto che affetto da Peronòspera, visto che almeno per i Tarantolati una terapia (e una speranza) c’era” . Ma la musica di U’Papadia può essere una terapia, può dare quella scossa di cui il mondo salentino, e non solo, ha bisogno. E via con il ritmo, dunque, con il repertorio vibrante di Umberto, che per l’occasione ha inserito in scaletta canzoni tradizionali, ha duettato al tamburello con Luigi Chiriatti, ha dato vita a una frenesia musicale coinvolgente alla quale nessuno poteva resistere. “ Il risultato - conclude Malerba – è che ci sono stati momenti emozionanti e momenti di “spriculamento” totale, in cui hanno ballato pure i tavolini!”
e.i/m.i
I protagonisti
Luigi Chiriatti, ricercatore della storia orale, scrittore, editore, da decenni si dedica all’attività di ricerca nel campo delle tradizioni popolari del Salento. E' stato un pèersonaggio attivo nel mondo musicale folk e ha controbuito alla costituzione di uno dei primi gruppi musicali del Salento, il Canzoniere Grecanico Salentino. Possiede uno dei più estesi archivi sonori privati della Puglia. Ha curato e pubblicato numerosi lavori di rilevante interesse storico e culturale sul tarantismo e la cultura popolare salentina, prima con le edizioni Aramiré e poi con Kurumuny, casa editrice da lui fondata e diretta.
U’ Papadia è fondatore del gruppo ellettrofolk “Ammsaracicappa” (2007) e percussionista e vocalist di Teresa De Sio dal 2004. Vanta collaborazioni con nomi illustri italiani e internazionali. Tra i più noti Lucilla Galeazzi, Ambrogio Sparagna, Nando Citarella, U. Aloisi, M. Manieri, H. Zazou. Svolge attività didattica da oltre 15 anni, corsi di tamburello e danza per principianti e praticanti, in varie sedi. A Roma, in collaborazione con l’insegnante Francesca Malerba, svolge il corso "Il ritmo che cura" in due sedi e sono previsti anche stage di tamburello e pizzica una domenica al mese presso il Centro Mocobo (Piramide Cestia).
Per informazioni sui corsi e sugli stage
upapadia@gmail.com
facebook.com/upapadia
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