Un altro appuntamento di confronto serrato tra musicisti ispirati dalla tradizione popolare quello del 19 maggio scorso, su Zoom, ideato e condotto da Roberto D'Agnese. Tra gli ospiti Francesco Salvadore , Unavantaluna, gruppo storico che canta la Sicilia; il cantautore Ivan Romano di Cervinara, e i rappresentanti dell'associazione Radici di Marcianise, Roberto Conchiglia e Luca De Simone. Identità diverse , che coltivano la tradizione, affidandole anche un ruolo sociale e di riscatto, e auspicando una maggior riconoscimento.
Ancora tanti racconti e idee si sono incrociati nella piazza virtuale di " Incontri Popolari" del mercoledì sera , che si avvia verso la conclusione - il 9 giugno ultima puntata- per ritrovarsi tutti nelle piazze a suonare, cantare e danzare dal vivo. Perché questa è oggi l'esigenza forte. " Incontri Popolari- le parole di D'Agnese - è nato lo scorso novembre, in un periodo particolare sotto pandemia, per portare a tutti un po' di calore e di emozioni , e per far capire , attraverso gli interventi più vari, il valore della cultura e musica popolare , andando al di là del momento della festa nei suoi aspetti sociali, antropologici e musicali. Abbiamo incontrato tanti artisti, un mix di culture e di contaminazioni, e tanti artisti si sono incontrati di nuovo in queste occasioni. Per la prossima stagione torneremo magari con un format diverso e con nuovi obiettivi ". E come ha sottolineato il musicista Arnaldo Vacca , tra il pubblico"questa piattaforma merita di continuare il suo cammino e di diventare un punto di riferimento nella musica popolare".
" Una puntata trasversale", così è stata definita da Roberto D'Agnese questo appuntamento. A cominciare da Francesco Salvadore che , insieme ai musicisti di Unavantaluna , racconta i suoni e i profumi della Sicilia dal 2004, mantenendo equilibrio armonico tra le forme musicali della tradizione siciliana e l'innovazione, tra grandi classici, tarantelle, cunti e inediti. " La Sicilia è una terra ricca di tradizioni come tutte le terre del Sud e del mondo. Il nostro gruppo nasce nella Sicilia orientale per la precisione , ispirandosi alla tradizione peloritana con la zampogna pelòritana, retaggio del mondo pastorale, caratterizzata da un suono altamente evocativo, cui si affiancano anche altre sonorità e strumenti, dalla chitarra al tamburello al fiscaleddu e altri, insomma andiamo incontro al Mediterraneo. Il nome Unavantaluna è la strofa di una filastrocca siciliana, ma ci sono diverse letture, quella che a noi è piaciuta di più per darci un nome , per forza poetica ,è " la figura che si staglia di fronte alla luna ".
Il cantautore Ivan Romano , che ha respirato la tradizione fin da bambino, conta oggi una ricca produzione discografica (ha uno studio di registrazione presso la sua abitazione ), e nel suo repertorio si muove agilmente tra tante sfumature musicali ma rimane fermo alla sua realtà, raccontando il suo paese, i suoi abitanti , gli antichi mestieri, e storie antiche. " Per me- dice- la musica popolare è quella che nasce tra le persone, ed è comprensibile. Mi piace raccontare le persone che ho incontrato, descrivere i personaggi del mio paese, l'avvocato, il calzolaio ..,pregi e difetti, raccontando quello che vivo. Il mondo, la vita , la strada sono le mie fonti di ispirazione , ogni momento è buono . Nel mio repertorio ci sono anche temi di denuncia , di protesta contro qualcosa che non va. I progetti per il futuro non mancano- aggiunge- abbiamo avuto il tempo per creare e pensare in questo periodo: da qui a settembre ogni mese uscirà un mio inedito, e a dicembre è prevista l'uscita di un album di 15 brani, con la collaborazione di molti musicisti. Ma quello che manca adesso è la piazza, la gente che ascolta e che vuole vivere momenti di festa, aiutando anche tanti addetti ai lavori penalizzati" .
In un contesto molto particolare opera l'associazione Radici di Marcianise, Caserta, che cura, tutela e diffonde le tradizioni popolari di origine orale (Progetto Forasona), mantenendo il collegamento tra le tradizioni del casertano e quelle della Campania in generale. " La nostra terra è difficile- le parole di Roberto Conchiglia e Luca De Simone, rappresentanti di Radici-un paese a vocazione agricola che negli anni si è trasformato, storie di camorra e criminalità (anni 90), un patrimonio molto ricco di tradizioni che vogliamo divulgare raggiungendo anche e soprattutto i giovani ai quali arriviamo proponendo momenti di festa (Carnevale) e divertimento. E' una chiave per stimolare il loro interesse, un buon metodo. Anche se non conoscono passi e suoni, abbiamo registrato la loro partecipazione e sicuramente avranno momenti da ricordare .Siamo a un buon punto in questo lavoro, dobbiamo cambiare il modo di proporre la tradizione popolare".
Una tradizione molto ricca nel territorio, tra canti di lavoro a distesa, percussioni, tamburi e tammorre, e anche una danza " che viene etichettata come Tammuriata"- viene sottolineato- ma è un po' diversa, si esegue nei momenti di festa, pellegrinaggi, matrimoni. Per ragioni economiche, nel passato i danzatori non possedevano nemmeno le castagnette e battevano il tempo con gli zoccoli".
Ognuno lavora con e per la tradizione , ma qual è il concetto di questa tradizione , a volte trascurata e incompresa, a volte immobilizzata da una visione conservativa, a volte vitalizzata e rinnovata e capace di avere anche un ruolo sociale? " La musica popolare tradizionale ha pari dignità con altri atri generi o stili- le parole di Francesco Salvadore- "Dobbiamo fare qualcosa di concreto per farle ottenere un riconoscimento- e parlo sia della musica popolare che world in genere- e farla uscire dal ghetto. Il fatto che che all'Aquila sia stato istituito il Corso di Strumenti Popolari è una realtà importante. Ma ci vuole il coraggio di tutti noi per uscire da questo ghetto, dove ci infiliamo anche per una cultura troppo conservativa . E' l'essenza della tradizione che deve essere tutelata, non le sue forme, e bisogna accettare delle inevitabili trasformazioni." "Anche se, interviene Vacca" non tutte le trasformazioni portano qualcosa di bello".
Un valore importante è l'identificazione della Comunità " una identificazione in qualcosa di positivo e costruttivo" e non solo "Terra dei fuochi", come nel caso di Marcianise. E la tradizione popolare può essere uno strumento molto valido in questo processo. Un proposito: essere meno conservativi e lottare lottare contro la " disconoscenza della propria cultura". Attraverso questa azione si può combattere lo spopolamento, attirare i giovani e combattere anche la criminalità.
Gli "Incontri Popolari" si svolgono di mercoledì, 21,30 sulla piattaforma Zoom. Per partecipare basta inviare un messaggio WhatsApp al 3402829757 con scritto Incontri Popolari. Poco prima dell’inizio dell’evento verrà inviato un link per l’accesso. Evento gratuito