Lo spagnolo Sergio Bernal ancora in Italia con la Sergio Bernal Dance Company. Dopo il recente successo del suo spettacolo SeR al Ravenna Festival e al Nervi Music Ballet Festival incontrra il pubblico italiano con un altro spettacolo di fuoco : Una Noche con Sergio Bernal. Lo spettacolo, già andato in scena il 23 luglio al Fermo Festival Civitanova Danza, il 24 luglio al Festival La Versiliana, tornerà il 27 luglio al Festival di Bard (Forte di Bard), e il 2 agosto presso Sito Archeologico di Nora (Foro Romano).
Queste "notti" con Sergio Bernal, prodotte in Italia da Daniele Cipriani Entertainment, sono visionari racconti per quadri - vertiginosi assolo, passi a due e a tre - in cui si fondono diversi stili. Raccontano un divo dalle mille sfaccettature, il cui "regno" ha confini che si estendono ben oltre i territori del flamenco andaluso per raggiungere le vette del balletto classico. Caso quasi unico nell'universo della danza, bailaor di flamenco e bailarín classico, di Sergio Bernal si può dire che incarni al contempo i quattro elementi: il fuoco e la terra, che caratterizzano il vigore primordiale della danza iberica, insieme all'aria e l'acqua, ossia l'impalpabilità e la fluidità del balletto classico. Non a caso, negli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company si avverte sia il forte richiamo della terra dei bailaores, che sembrano volerla penetrare con il loro zapateo, che il desiderio di spiccare il volo verso il cielo dei bailarínes.
Ed è in uno spazio indefinibile, posto tra cielo e terra, ricca di interessanti contaminazioni tra diversi stili di danza, che l'artista spagnolo flessuoso come un gatto e scattante come una pantera, esile e possente al contempo, trova la sua particolarissima dimensione. Insieme a Cristina Cazorla e a Carlos Romero, apprezzati protagonisti della danza spagnola, nonché dalla ballerina-étoile di formazione accademica, Ana Sophia Scheller, già con il San Francisco Ballet e il Balletto Nazionale dell’Ucraina (che lo ha raggiunto per la serata al Festival La Versiliana, dove il programma è stato un po' diverso), Sergio Bernal offre uno spettacolo in tutte le declinazioni della danza iberica, dalle più tradizionali alle più sofisticatamente moderne, con momenti però anche di balletto classico. Le coreografie portano varie firme: da quella di Bernal stesso, che crea una sua versione dell’iconico Boléro sulle celeberrime note di Maurice Ravel, a quella di Antonio Ruiz Soler (figura così leggendaria da essere conosciuto come "Antonio el Bailarín" o, ancor più semplicemente, "Antonio"), a cui si devono la Farruca del Molinero e Zapateado Sarasate. Ma ci sono anche molti riverberi della luminosità del balletto classico: non manca uno degli assolo più noti di Sergio: il suo "cigno di battaglia", El Cisne, rilettura del famoso assolo La Morte del Cigno di Anna Pavlova, in cui un quasi “desnudo” Bernal danza sulle celebri note di Camille Saint-Saëns. Si tratti di una coreografia di Ricardo Cue, co-direttore artistico (insieme a Bernal) della Sergio Bernal Dance Company, che firma anche El ultimo encuentro sulle note di Hable con ella di Alberto Iglesias (dalla colonna sonora del film omonimo di Pedro Almodóvar) in cui affiorano reminiscenze quasi hollywoodiane; qui si narra di due amanti assomiglianti non poco a Fred Astaire e Ginger Rogers seppur con movenze iberiche (sono Bernal e Cazorla, i quali danzano insieme un’ultima volta prima di lasciarsi per sempre.
Presenti a tutte le rappresentazioni il chitarrista Daniel Jurado, il percussionista Javier Valdunciel e la cantaora Paz de Manuel, che accompagneranno Bernal in un assolo di flamenco puro, creato da José Manuel Álvarez, Solea X Bulerias.
Stella internazionale, beniamino del pubblico anche in Italia, sia in scena dove è un ospite quasi fisso dei gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, nonché in TV, Bernal porta in scena il calore rovente del sole spagnolo, ma anche il suo fulgore, grazie alla duplice cifra della sua danza che sposa la forza della danza tradizionale spagnola con la luminosità del balletto classico. Sergio Bernal è, come lo descrive Ricardo Cue, “la forza e la bellezza”.
Foto Massimo Danza